DIGITAL SERVICES ACT

Big Tech, le nuove regole di Bruxelles potrebbero danneggiare i consumatori

Lo afferma un report del Comitato per il controllo normativo dell’Ue. Le nuove regole sui servizi digitali per arginare i “monopoli”, potrebbero impedire le economie di scala, anche per i nuovi entranti, e ostacolare la dinamicità del mercato e l’innovazione

Pubblicato il 21 Dic 2020

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Il Digital services act dell’Unione europea potrebbe finire col danneggiare consumatori, concorrenza e innovazione. È quanto afferma il Regulatory scrutiny board (Comitato per il controllo normativo) dell’Ue a proposito del nuovo pacchetto legislativo dell’Ue che riguarda i servizi digitali annunciato la scorsa settimana dalla vice-presidente della Commissione europea, e commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager.

Uno degli scopi del nuovo set di regole è di arginare il potere dominante delle Big Tech come Google, Facebook, Apple e Amazon, e possibilmente agevolare la crescita di aziende europee capaci di far concorrenza ai giganti americani. Il regolatore che ha messo sotto scrutinio le nuove regole ha concesso il suo via libera, ma ha messo in guardia sulla mancanza di chiarezza su come i cosiddetti “gatekeepers” di Internet vengono definiti e distinti da altre grandi aziende del web.

Occorre provare che un big digitale sia un gatekeeper

Il Digital services act include sanzioni fino al 10% del fatturato annuale delle aziende che ostacolano la concorrenza e addirittura la possibilità di imporre lo scorporo di alcune attività per evitare una concentrazione. Le norme fissano criteri stringenti su dimensioni, fatturato, numero di utenti e aree di attività controllate per contenere le super-potenze del digitali. Nella visione della Commissione Ue la regulation dovrebbe evitare che anche i colossi del web della Cina possano arrivare a conquistare fette di mercato enormi a scapito dei rivali europei.

Ma come si decide che una piattaforma digitale è effettivamente un “monopolio” di Internet? ha obiettato il Regulatory scrutiny board. La legge “dovrebbe giustificare come si selezionano questi big, dovrebbe presentare prove di ciò che rappresenta un abuso persistente del potere di gatekeeper nei confronti degli utenti aziendali e consumatori che dipendono da queste piattaforme”, si legge nel documento visionato da Reuters. “Dovrebbe considerare le conseguenze negative del ridurre i vantaggi di scala”, ovvero il loro impatto sull’economia di Internet e i consumatori.

Che cosa prevede il Digital services act

Le piattaforme che raggiungono più del 10% della popolazione dell’Ue (45 milioni di utenti) sono considerate di natura sistemica e sono soggette non solo a obblighi specifici di controllo dei propri rischi ma anche all’introduzione di una nuova struttura di sorveglianza. All’interno di questo nuovo quadro in materia di responsabilità si inserirà l’attività di un consiglio dei coordinatori nazionali dei servizi digitali, e la Commissione sarà dotata di poteri speciali per quanto riguarda la supervisione delle piattaforme molto grandi, anche con la possibilità di sanzionarle direttamente.

Il panorama dei servizi digitali è oggi notevolmente diverso rispetto a quello di 20 anni fa, quando è stata adottata la direttiva sul commercio elettronico – ha sottolineato Bruxelles in una nota – Gli intermediari online sono diventati attori di vitale importanza per la trasformazione digitale. Le piattaforme online, in particolare, hanno creato vantaggi significativi per i consumatori e per l’innovazione, hanno agevolato gli scambi transfrontalieri all’interno e all’esterno dell’Unione e hanno aperto nuove prospettive a un’ampia gamma di aziende e di operatori commerciali europei. Allo stesso tempo, possono essere utilizzate come mezzo per la diffusione di contenuti illegali o per la vendita online di beni o servizi illegali. Alcuni grandi operatori sono diventati spazi quasi pubblici per la condivisione di informazioni e per il commercio online e hanno assunto una natura sistemica, il che comporta rischi particolari per i diritti degli utenti, i flussi di informazioni e la partecipazione del pubblico.

In virtù della legge sui servizi digitali, obblighi vincolanti a livello dell’Ue si applicheranno a tutti i servizi digitali che collegano i consumatori a beni, servizi o contenuti e saranno previste nuove procedure per una più rapida rimozione dei contenuti illegali e una protezione globale dei diritti fondamentali degli utenti online. Il nuovo quadro riequilibrerà i diritti e le responsabilità degli utenti, delle piattaforme di intermediazione e delle autorità pubbliche e si baserà sui valori europei, compresi il rispetto dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo Stato di diritto. La proposta integra il piano d’azione per la democrazia europea volto a rendere le democrazie più resilienti.

Concretamente, la legge sui mercati digitali introdurrà una serie di nuovi obblighi armonizzati per i servizi digitali a livello dell’Ue, attentamente calibrati in funzione delle dimensioni di tali servizi e del loro impatto, quali:

  • norme per la rimozione di beni, servizi o contenuti illegali online;
  • garanzie per gli utenti i cui contenuti sono stati erroneamente cancellati dalle piattaforme;
  • nuovi obblighi per le piattaforme di grandi dimensioni di adottare misure basate sul rischio al fine di prevenire abusi dei loro sistemi;
  • misure di trasparenza di ampia portata, anche per quanto riguarda la pubblicità online e gli algoritmi utilizzati per consigliare contenuti agli utenti;
  • nuovi poteri per verificare il funzionamento delle piattaforme, anche agevolando l’accesso dei ricercatori a dati chiave delle piattaforme;
  • nuove norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali nei mercati online, per contribuire a rintracciare i venditori di beni o servizi illegali;
  • un processo di cooperazione innovativo tra le autorità pubbliche per garantire un’applicazione efficace in tutto il mercato unico.

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