CONCORRENZA

Big Tech, si allarga l’indagine antitrust Usa: sotto la lente le attività M&A

La Commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti ha chiesto ad Amazon, Apple, Facebook e Google di produrre documenti per valutare eventuali comportamenti anticompetitivi nei merger

Pubblicato il 13 Set 2019

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Si allarga l’indagine antitrust del Congresso americano sulle Big Tech e le loro attività di fusione & acquisizione: la Commissione giustizia della Camera dei rappresentanti ha inviato ad Amazon, Apple, Facebook e Google la richiesta di produrre documenti sulle attività di fusione & acquisizione. La commissione ha chiesto, tra le altre informazioni, di inoltrare i documenti inviati ai regolatori Usa e internazionali negli ultimi dieci anni in relazione alla Clayton Act, la legge americana che permette la revisione da parte delle autorità dei merger potenzialmente lesivi della concorrenza.

L’indagine si incentra su tre elementi. Il primo è “problemi di concorrenza sui mercati digitali”. C’è poi la questione “se le aziende dominanti adottino comportamenti anti-competitive online”. Infine, si cerca di capire se le leggi attuali, e la loro applicazione, siano efficaci a rispondere a queste problematiche.

Sui temi della concorrenza le Big Tech hanno già testimoniato di fronte alla sottocommissione giustizia della Camera a luglio, ma i deputati dicono di aver bisogno di più elementi. Il Congresso non sta cercando di attaccare Google & co, ma solo tentando di raccogliere informazioni che permettano “la normale vigilanza sul mercato” e la verifica che la normativa antitrust funzioni, ha spiegato a Cnbc.com il deputato membro del Judiciary Committee Doug Collins, Repubblicano della Georgia (ma la commissione è bipartisan).

Nel caso di Facebook, i parlamentari vogliono fondamentalmente vedere chiaro nelle acquisizioni di Instagram, WhatsApp e Onovo, società di web analytics. Per Google saranno probabilmente vagliate le acquisizioni di DoubleClick, YouTube, Android, ma anche, in generale, l’attività di advertising e gli algoritmi di ricerca, per verificare se Google favorisce slealmente le proprie app e i propri servizi rispetto a quelli concorrenti.

Nel caso di Amazon, l’indagine si concentra sia sullo scambio di dati con i merchant – che potrebbe determinare un vantaggio sleale per Amazon – sia sulla condivisione e l’utilizzo dei dati nei diversi rami dell’azienda, come Amazon Web Services, Amazon Marketplace e Alexa. Tra le acquisizioni di Amazon che verranno vagliate ci sono probabilmente Ring, PillPack e Audible.

Di Apple verrà valutato il funzionamento dell’App Store, dove, secondo i concorrenti, la Mela tenderebbe a favorire le proprie applicazioni su quelle rivali con un algoritmo di ricerca che mette in prima fila le app dell’ecosistema Cupertino. Al vaglio anche le commissioni sugli acquisti in-app imposte ai servizi di terze parti (al centro anche di un dossier europeo dopo le denunce di Spotify).

La richiesta di informazioni da parte della Commissione giustizia della Camera indica che l’indagine antitrust del Congresso si sta allargando, sottolineano i media Usa. Già il Senato ha segnalato che la sua Commissione antitrust, che si riunirà a fine mese, intende affrontare le preoccupazioni relative alle pratiche anticompetitive dei giganti del tech. Il tema all’ordine del giorno sarà capire se queste aziende stiano cercando, per esempio, di comprare i loro avversari più piccoli come sistema per eliminare la concorrenza oppure se si tratti di fisiologico consolidamento di mercato.

Parallelamente, sempre per questioni antitrust, si sono aperte due indagini a livello statale: i procuratori generali di otto Stati Usa, tra cui quello di New York, stanno investigando su Facebook, mentre all’inchiesta su Google partecipano 48 Stati più il District of Columbia.

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