IL REPORT OICE

Bim obbligatorio, parte il conto alla rovescia per le stazioni appaltanti

Dal 2025 tutti gli interventi di ingegneria e architettura da oltre un milione di euro dovranno essere basati sulla tecnologia digitale. Ma in Italia il percorso avanza su due binari distinti: elemento standard per molti e “peso” per altri. “Sfida importante, va accompagnata da tanta formazione e cultura soprattutto verso le realtà di minore dimensione e organizzazione”

Pubblicato il 15 Apr 2024

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“L’anno prossimo scatterà l’obbligo di chiedere progetti in Bim per tutti i bandi pubblici oltre un milione: una sfida importante che andrà accompagnata da tanta formazione e cultura soprattutto verso le realtà di minore dimensione e organizzazione“.

A ricordarlo sono Giorgio Lupoi e Alfredo Ingletti, Presidente e Vice presidente Oice per la digitalizzazione, nell’introduzione scritta a quattro mani al settimo Rapporto sulla digitalizzazione e le gare Bim emesse nel 2023, diffusi oggi proprio dall’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria.

Il report mette in luce che, nel 2023, la percentuale di gare Bim ha raggiunto il 32.6% del totale delle procedure per affidamento di servizi di ingegneria e architettura, rispetto al 13.7% del 2022. Questo in un quadro generale in cui, in termini assoluti, sulla scia del calo dei bandi del 2023, i bandi Bim sono in realtà diminuiti passando a 637, in netto calo rispetto ai 1.003 del 2022, rallentamento da attribuire alla inizialmente farraginosa attivazione del nuovo codice appalti.

Una digitalizzazione “fra luci e ombre”, ma ormai avviata

L’indagine non vuole “soltanto fare un bilancio sulle gare emesse nel 2023 – chiarisce il presidente Lupoi -, il cui calo è in parte anche fisiologico, ma anche allargare l’orizzonte sull’intero processo di digitalizzazione che sta coinvolgendo il settore delle costruzioni, lato stazioni appaltanti e lato operatori economici, nelle sue più articolate forme e modalità. Ne scaturisce un quadro di luci e ombre, come sempre accade, ma appare evidente come il processo sia ormai avviato e tutti i soggetti coinvolti debbano sempre più aumentare gli sforzi affinché si possano cogliere appieno i vantaggi di questo processo, anche nella prospettiva di una sempre più efficiente gestione degli asset, pubblici e privati”.

Dal 1° gennaio 2024 si è infatti avviata la definitiva transizione al digitale: “Per effetto di questa previsione – puntualizza il presidente – tutte le fasi in cui si articola il ciclo di vita del contratto (programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione) dovranno ora essere interamente gestite attraverso piattaforme e servizi tecnologici interoperabili. La partenza è stata un po’ in salita ma confidiamo che, con il contributo di tutti gli operatori del settore, questa transizione sia definitiva ed irreversibile.”

Una digital transformation “a due binari”

Secondo quanto rilevato dallo studio, nel settore pubblico si conferma come il percorso di digitalizzazione avanzi su due binari distinti: da una parte le stazioni appaltanti più attrezzate e più strutturate dal punto di vista tecnico-professionale, per le quali il Bim è ormai un elemento standard del loro operare (che ha anche indotto modifiche organizzative a volte profonde); dall’altra parte le altre stazioni appaltanti per le quali ad oggi il Bim rappresenta o un “peso”.

Investimenti in innovazione per il 90% delle imprese, il 24,3% in software Bim

A tale proposito, dai dati comunicati dagli associati Oice nell’ultima Rilevazione annuale, risulta che il 95,2% delle imprese ritiene adeguate le proprie dotazioni tecniche e strumentali, percentuale che raggiunge il 100% per le imprese con numero di addetti tra 26 e 125. Emerge poi che, nel corso del 2022, circa il 90% delle imprese ha effettuato investimenti in innovazione; in particolare si rilevano percentuali crescenti nei tre cluster considerati (imprese con meno di 26 addetti – imprese con numero di addetti compreso tra 26 e 125 – imprese con numero di addetti maggiore di 126).
L’area in cui sono stati effettuati i maggiori investimenti in innovazione è quella della “formazione”, il 27,8%, seguita da investimenti in “hardware” (25,3%) e in “software Bim” (24,3%) (Building Information Modeling). Più della metà delle imprese, il 55,5%, ha indicato che gli investimenti risulteranno in aumento nel corso di quest’anno mentre nessuna impresa anticipa una diminuzione degli investimenti nel 2024.

Nel 2023, per il 57,9% delle imprese il costo per l’acquisto o il rinnovo delle licenze Bim è aumentato rispetto all’anno precedente, mentre una quota rilevante di imprese, il 41,4%, ha rilevato l’invariabilità di tali costi. Soltanto lo 0,7% ha invece registrato un calo nel costo di acquisto o rinnovo di licenze Bim. Poco più del 70% delle imprese associate all’Oice, poi, ha indicato che la spesa sostenuta per l’acquisto e per il rinnovo dei software nel 2022 è stata inferiore al 2% del valore della produzione (in linea con quanto rilevato nel 2021). Poco più dell’80% ha indicato che la spesa sostenuta per l’acquisto e per il rinnovo dei software nel 2022 è stata inferiore al 4% del costo del personale (nel 2021 la percentuale era intorno al 5%).

Adozione dei capitolati Bim: bene ma non (ancora) benissimo

Per quanto riguarda l’adozione dei capitolati informativi Bim il Report ha messo in luce un incremento, anche se occorre rapidamente migliorare in vista della scadenza del 2025: si passa dal 19.9% del 2022 al 29.4% del 2023. Le stazioni appaltanti più attive sono state Anas, Rfi, Agenzia del Demanio, Invitalia e Autorità portuale per un valore pari al 34,3% del totale.
Il 76,5% del totale dei bandi ha riguardato interventi per opere puntuali (lo scorso anno la percentuale era l’88,7); la restante percentuale era per opere lineari (per le quali si registra una crescita pari al doppio sull’anno precedente). In 330 casi su 637 (il 51,8% del totale) il Bim è fattore premiale apprezzato in sede di offerta come «merito tecnico» o come «metodologia», con punteggi specifici medi che variano da 6,9 fino ad un massimo di 17 punti.

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