IL CASO

Bip Mobile evita il fallimento: via al pagamento dei creditori

Ora la liquidazione dei debiti. Nel frattempo sono fallite Telogic Italia, che aveva dato origine al caso, e One Italia, la controllante dell’Mvno

Pubblicato il 23 Feb 2015

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Il tribunale di Roma ha omologato il concordato preventivo per Bip Mobile, l’operatore virtuale che, nato nel 2012, aveva interrotto la propria attività il 30 dicembre 2013 a causa di un contenzioso con il suo enabler Telogic. Questo consentirà all’operatore di evitare il fallimento, e di procedere con la liquidazione di tutto l’attivo per pagare i creditori, che sarà di competenza di un commissario liquidatore nominato dal tribunale.

Lo schema predisposto dal commissario che si è occupato della prima fase del concordato, il commercialista Giampiero Sirleo, è stato accettato dall’adunanza dei creditori e omologato dal tribunale, e prevede che siano pagati il 100% dei debiti verso i creditori privilegiati, a partire dai dipendenti e dall’erario, per poi passare ai creditori chirografari, che saranno liquidati soltanto in una percentuale molto più bassa, inferiore al 7% di quanto vantato. Proprio in questa seconda categoria rientrano i singoli consumatori che avessero fatto richiesta di risarcimento per il credito residuo al momento dell’interruzione del servizio. La maggior parte del debito accumulato nel suo anno di vita dall’azienda riguarderebbe la società che ne ha curato le campagne di comunicazione, anch’essa compresa tra i creditori chirografari.

L’accordo raggiunto con i creditori, tra l’altro, insieme alla relazione del commissario giudiziale e a tutto il materiale dell’istruttoria, sarà vagliata nelle prossime settimane dagli uffici competenti della Procura, che potranno verificare se dalla vicenda emergano eventuali profili di rilevanza penale.

Intanto alla fine del 2014 si è registrato il fallimento di due società coinvolte nella vicenda: Telogic Italia, fallita il 24 dicembre, l’enabler cioè che aveva dato il via alla vicenda “staccando la spina” all’operatore virtuale da cui vantava crediti alla fine del 2013, e One Italia, la controllante di Bip Mobile, il cui fallimento è stato dichiarato il 22 dicembre.

L’ammissione di Bip mobile alla procedura di concordato preventivo risaliva un decreto del tribunale di Roma di fine luglio 2014, con l’adunanza dei creditori che era stata fissata per il 22 ottobre.

In quella sede è stato accettato il piano di riparto proposto dal commissario, mentre risale al 28 luglio la chiusura in Agcom del procedimento per l’omessa comunicazione agli utenti dell’interruzione del servizio, che era sfociato in una sanzione da 206mila euro.

Nel frattempo i clienti del Mvno, al di là dei numeri che sono man mano stati “abbandonati” o delle seconde Sim rimaste inutilizzate, sarebbero ormai per la stragrande maggioranza migrati verso gli altri gestori.

Dall’interruzione del servizio a dicembre 2013 era tra l’altro nata una battaglia degli utenti e delle associazioni dei consumatori per vedersi riconoscere la portabilità del numero e il credito residuo. Il termine per utilizzare la procedura straordinaria di portabilità, predisposta da Agcom in collaborazione con tutti gli operatori di telefonia mobile per consentire ai clienti Bip Mobile che lo avessero desiderato di mantenere il proprio numero cambiando operatore, era scaduto il 15 marzo.

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