CRIPTOVALUTE

Bitcoin, ecco come la Tesla può diventare un hub per il mining

La storia di Saraj Raval: modificando il computer interno del mezzo e grazie a un collegamento con il motore elettrico dell’automobile è riuscito a realizzare un sistema che gli consente di incassare tra i 400 e gli 800 dollari al mese per la produzione anche di Ethereum

Pubblicato il 10 Gen 2022

bitcoin

Usare la tecnologia della propria Tesla model 3 del 2018 per il mining delle criptovalute. E’ la sfida raccolta da Siraj Raval, che ha deciso di raccontare la sua esperienza a Cnbc. Il sistema escogitato da Raval parte da un computer Apple Mac Mini M1, alimentato grazie a un inverter collegato all’alimentazione a 12 volt della console centrale dell’automobile. Questo procedimento, utilizzato per il mining di Bitcoin ed Ethereum, è arrivato a fruttare al suo inventore tra i 400 e gli 800 dollari al mese.

Citando l’opinione di alcuni esperti, Cnbc riporta quella di Alejandro de la Torre, specializzato in mining, secondo cui si tratta essenzialmente di valutare i costi energetici dei metodi che si utilizzano per il mining: “La componente principale – spiega – è il prezzo dell’energia, si deve semplicemente stabilire se utilizzare quella prodotta da un veicolo elettrico sia conveniente”.

Ma l’esperienza di Raval non è la prima di questo genere negli Stati Uniti. Prima di lui aveva provato a utilizzare le batterie di una Tesla per il mining anche Chris Allessi, primo possessore in Wisconsin – nel 2018 – di un’auto del brand fondato da Elon Musk. Lo youtuber specializzato in nuove tecnologie legate al mondo dell’elettricità, che sulla piattaforma video della galassia Google è conosciuto con il nome d’arte di K-Man, coltiva l’hobby di costruire auto elettriche personalizzate, e ama paragonarsi alla figura del “Doc Brown” di Ritorno al Futuro. A suo tempo anche Allessi aveva sperimentato due soluzioni per il mining che partivano da una Tesla Model S.

In sostanza, il processo del mining consiste nell’utilizzo del potere di calcolo degli elaboratori distribuiti su scala globale con l’obiettivo di creare nuove criptovalute e validare le transazioni che già avvengono attraverso questi strumenti. Un procedimento estremamente energivoro, e quindi particolarmente costoso in termini economici oltre che di sostenibilità ambientale. Il mining avviene grazie all’utilizzo di software dedicati: nel caso di Allessi un “Bitmain Antminer S9” era stato collegato direttamente alla batteria dell’auto elettrica con il supporto di un inverter, utilizzando direttamente il display all’interno del mezzo per collegarsi al sito per il mining direttamente dall’abitacolo.

Una tecnologia che è stata affinata da Raval, secondo cui il modo migliore per fare mining attraverso la Tesla è da una parte modificare il computer interno dell’auto, e dall’altra collegare la Gpu (graphics processing unit) direttamente al motore elettrico del mezzo.

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