I manager delle più importanti banche statunitensi si sono riuniti in aprile, a porte chiuse, ospiti della Bank of America, per confrontarsi sul possibile utilizzo della tecnologia Bitcoin e sugli eventuali vantaggi che ne potrebbero derivare per gli istituti di credito. A riportare la notizia è il New York Times, che sottolinea come questo possa essere il segnale di una nuova attenzione di Wall street verso la moneta virtuale, che potrebbe preludere a investimenti in questo settore.
Il tema su cui i presenti al summit si sono soffermati, secondo la ricostruzione del quotidiano, è il software che ha dato vita alla valuta virtuale, che potrebbe cambiare le modalità di transazione consentendo a chi investe e alle banche di scambiare contanti e asset come azioni e bond senza appoggiarsi a un lungo e costoso canale di intermediari, soprattutto nel trading di valute estere, che è il maggiore mercato finanziario al mondo.
Le banche non sono interessate a vendere prodotti con i Bitcoin o ad avere Bitcoin, ma sono interessate alla rete e al software che rende possibile per la moneta virtuale muoversi nel mondo istantaneamente e quasi gratis. Finora infatti le transazioni digitali vengono eseguite attraverso una sorta di autorità centrale che muove il contante e aggiorna i dati per le due parti coinvolte. La rete di Bitcoin, invece, è guidata da una rete decentralizzata di utenti che tengono traccia delle transazioni e le aggiornano in
tempo reale.