MtGox, piattaforma giapponese di trading di Bitcoin, ha depositato richiesta di bancarotta al tribunale di Tokyo, riconoscendo che una grande quantità della valuta virtuale scambiata sul sito è “scomparsa” e chiedendo la protezione dai creditori. Richiesta accolta dalla corte distrettuale della metropoli nipponica, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Jiji Press.
Parlando in giapponese ai giudici, Mark Karpeles, il 28enne francese ceo di MtGox, una delle principali piattaforme di scambio della moneta digitale, si è scusato per aver causato problemi a molte persone. All’inizio del mese, infatti, sono stati congelati i prelievi degli utenti (la società ha addotto la responsabilità a un attacco informatico di hacker) e pochi giorni fa la piattaforma è stata del tutto bloccata. Risultato: sono spariti 750mila Bitcoin di clienti e 100mila della società, per un valore di 345 milioni di euro. L’agenzia giapponese Kyodo News ha inoltre quantificato in 6,5 miliardi di yen (47 milioni di euro) i debiti contratti dalla società, ammontare che è molto superiore al suo patrimonio.
“Ero convinto che questa roba non sarebbe durata a lungo, che avrebbe collassato prima o poi” ha dichiarato il ministro delle Finanze nipponico, Taro Aso. “Il Giappone è enormemente avanzato in questo campo e ho sempre pensato che ci saremmo trovati prima o poi in una situazione nella quale saremmo stati costretti ad agire ma è arrivata prima di quanto credessi. Ci metteremo al lavoro in fretta” ha aggiunto, riferendosi probabilmente alla necessità di regolamentare questa valuta finora non certificata da alcun ente finanziario.
A proposito di regolamentazione ieri il senatore statunitense Joe Manchin ha scritto alla Federal Reserve affermando che la valuta virtuale “è dannosa per l’economia americana” e chiedendo di abolirla. Ma durante un’audizione al Senato, il presidente della Banca centrale Usa, Janet Yellen, ha affermato di non avere competenze né capacità di intervento in materia. Poco dopo il vice ministro delle Finanze nipponico, Jiro Aichi, ha ribattuto che la questione non può che essere affrontata a livello internazionale.