FINTECH

Bitcoin torna a 4.000 dollari, i trader credono nel 2019

La criptovaluta cresce del 7% a beneficio dell’intero comparto: un segnale positivo, dicono gli analisti, dopo 12 mesi in cui il Bitcoin ha bruciato quasi l’80% del valore rispetto al record di 20.000 dollari di dicembre 2017. Cruciali le prossime decisioni del regolatore Usa per rilanciare le quotazioni

Pubblicato il 20 Dic 2018

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Segnali di ripresa per il Bitcoin: la criptovaluta ha superato i 4.000 dollari di valore per la prima volta nelle ultime due settimane grazie a un balzo di quasi il 7% compiuto nella giornata di oggi, rivelano i dati di CoinDesk.

L’ultima volta che il Bitcoin veniva scambiato intorno ai 4.000 dollari è stato il 4 dicembre. La valuta digitale ha poi subito una caduta verticale: il 7 dicembre su CoinDesk è arrivato a perdere il 6,4% scendendo sotto i 3.400 dollari, come a settembre 2017; il resto del comparto ha seguito a ruota l’andamento del prezzo del Bitcoin, con Ethereum a -15% e Ripple a -10%. In maniera analoga, la ripresa registrata oggi per il Bitcoin ha beneficiato anche le due criptovalute concorrenti: Ethereum cresce di circa il 5%, Ripple del 2%. Bitcoin, Ripple e Ethereum sono le criptovalute di maggior valore secondo CoinMarketCap.

Un anno fa, a dicembre 2017, il Bitcoin aveva toccato il valore record di 20.000 dollari: oggi vale quasi l’80% di meno. Dopo il primo maxi crollo di febbraio il mercato ha faticato a recuperare i massimi di fine 2017 e ha continuato a scambiare su livelli più bassi. In autunno la nuova pesante “caduta”: il prezzo del Bitcoin, che per mesi aveva resistito sui 6.000 dollari, è arrivato sotto i 4.000. A dicembre la moneta ha perso oltre il 20% del valore. Considerando tutte le criptovalute nel 2018 sono stati bruciati 700 miliardi di dollari di valore di mercato rispetto al momento di massima valutazione, stando a CoinMarketCap.

A pesare su questi dodici mesi di perdite e fluttuazioni è sia lo scrutinio dei regolatori, sempre più decisi a porre severi paletti allo sviluppo del mercato delle criptovalute, sia i timori che gli strumenti finanziari digitali siano usati per speculazioni o frodi. A inizio mese, per esempio, ha influito la decisione della Securities and exchange commission americana di posticipare al 27 febbraio 2019 la decisione sull’approvazione o sulla bocciatura di un Etf legato alla valuta digitale proposto dalla società di tecnologia applicata alla finanza SolidX Partners e dal gestore Van Eck Associates.

La ripresa registrata oggi, secondo Mati Greenspan, senior market analyst della piattaforma di social trading eToro, rappresenta un segnale importante per il futuro del Bitcoin: 3.000 dollari è considerato il valore sotto il quale sarebbe ufficialmente crisi nera.

Il rally è probabilmente legato alle operazioni dei trader in vista della chiusura dell’anno. Per Charles Hayter, chief executive della piattaforma CryptoCompare, oggi le criptovalute possono attrarre compratori perché il valore è ai minimi; chi compra è evidentemente convinto che il Bitcoin resti un buon affare perché nel 2019 potrebbe arrivare qualche buona notizia dal regolatore.

In particolare, come scrive il Wall Street Journal, l’Intercontinental exchange, capogruppo della New York stock exchange, potrebbe presto ricevere l’autorizzazione a lanciare i primi contratti future riscattabili in Bitcoin. Quest’anno già alcuni colossi del trading, come Cme e Cboe, hanno realizzato scambi di future in Bitcoin.

La banca d’affari americana Morgan Stanley è stata tra i primi e più entusiasti sostenitori dei future su Bitcoin, che ha appoggiato subito dopo il debutto sui mercati Cme e Cboe. La stessa Morgan Stanley offrirà la possibilità di fare trading in derivati legati ai Bitcoin, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters.

A ottobre Bitcoin ha spento le sue prime dieci candeline: era il 31 ottobre del 2008 quando veniva pubblicato il whitepaper “Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer” firmato da Satoshi Nakamoto, pseudonimo dietro cui resta celato l’ideatore.

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