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Bloccare il porno? Infrange la net neutrality

Isp con le mani legate: secondo le linee guida del Berec i fornitori di banda larga non potranno stoppare i contenuti a livello di rete nemmeno se il consumatore fa opt in: i filtri andranno abilitati direttamente nei device

Pubblicato il 02 Set 2016

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Le linee guida pubblicate questa settimana dal Berec sull’implementazione della normativa europea per la net neutrality da parte dei vari regolatori nazionali delle telecomunicazioni sono state salutate come un traguardo importante per la difesa dell’open Internet dai paladini dei diritti digitali. Ma secondo alcuni commentatori potrebbero finire col minare le stesse norme sul trattamento non discriminatorio del traffico da parte degli Internet service provider.

La colpa sarebbe, spiega il Deccan Chronicle che riprende considerazioni di The Verge, di alcune “aree grigie” delle linee guida che aprirebbero delle falle. Secondo quanto indicato dal Berec in base alla normativa sulla net neutrality approvata l’anno scorso dall’Europa, gli Isp possono bloccare contenuti solo in tre casi: se gli Isp agiscono in base a leggi nazionali in linea con le norme Ue; se le misure di traffic management sono necessarie per proteggere l’integrità e la sicurezza della Rete; se il blocco serve a gestire i livelli di traffico sul network ed evitare una non meglio definita imminente congestione.

Il Berec suggerisce anche che il blocco dei contenuti debba essere implementato dal cliente sul suo device, non a livello di rete. “In base ad alcuni suggerimenti fatti dagli stakeholder sulle funzionalità di gestione del traffico che potrebbero essere richieste o controllate dagli utenti finali, il Berec osserva che le regole Ue non ritengono che il consenso dell’utente finale equivalga a un permesso accordato agli Isp di bloccare contenuti a livello di rete”, si legge nelle linee guida. “Gli utenti finali possono scegliere autonomamente di applicare tali funzionalità, per esempio dal loro dispositivo o da applicazioni che girano sul dispositivo, ma il Berec ritiene che la gestione di queste funzionalità di blocco a livello di rete non sia in linea con la normativa”. Quindi non sarebbe legale usare la scelta fatta dal consumatore per giustificare il blocco di un contenuto.

Ne consegue che gli Isp che restringono l’accesso online a contenuti anche controversi, come la pornografia, o bloccano le ads potrebbero violare le linee guida del Berec per la net neutrality, anche quando i clienti ne fanno espressa richieste con l’opt in. La scelta di applicare il blocco ricadrebbe infatti solo sull’utente: è questi che può usare a livello di terminale una serie di filtri cosidetti family-friendly o di parental control

Un rappresentante del ministero della Cultura, Media e Sport britannico ha ribadito sul Guardian che “I filtri di parental control sono permessi dalle norme Ue sulla neutralità della Rete. Le norme danno agli utenti finali il diritto di accedere alle informazioni e ai contenuti che desiderano; abilitare o disattivare questi filtri fanno parte dell’esercizio di tale facoltà”.

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