La tecnologia Blockchain a sostegno delle politiche del lavoro può rappresentare la soluzione al problema della mancata interconnessione delle banche dati e della mancata attuazione del sistema informativo unitario. Con questa finalità è stato costituito l’Osservatorio Italiano sulle politiche in materia di Blockchain, nato dalla cooperazione tra il Cnel e l’Università degli Studi Roma Tre.
“L’Osservatorio è candidato a rappresentare l’Italia all’interno della EU Blockchain Observatory and Forum, che ha già dato la disponibilità ad accoglierlo nella rete degli Osservatori europei”, spiega il presidente del Cnel Tiziano Treu.
Il D. Lgs. n. 150/2015 – il provvedimento dettaglia la nuova disciplina dei servizi per l’impiego, in attuazione della delega Jobs Act – ha completamente ridisegnato l’architettura e la filosofia delle politiche attive del lavoro e dei servizi al lavoro, nel contesto di una riforma epocale del settore. Il corretto funzionamento di tali politiche è di strategica importanza per la realizzazione di un’effettiva tutela dei cittadini-lavoratori nei nuovi scenari normativi, economici e sociali.
Le informazioni presenti nel sistema unitario delle politiche del lavoro costituiscono una base indispensabile per la creazione e il rilascio del fascicolo elettronico del lavoratore in cui confluiscono dati e informazioni che fanno capo a diversi soggetti. Tra questi: Anpal, Ministero del lavoro e centri per l’impiego; soggetti pubblici e privati, compresi i fondi interprofessionali, deputati alla formazione; scuole, Università, Miur, Inps, Inail.
Tra i vantaggi dell’applicazione della Blockchain al mondo del lavoro: la costruzione e alimentazione continua del Fascicolo Elettronico del Lavoratore, strumento essenziale per il ricentramento trasparente ed appropriato delle tutele sulla persona del lavoratore che si muove nel mercato del lavoro.
“Il modello elaborato dal team di ricerca si presta a un funzionamento a scalare che potrebbe consentire la messa in atto del fascicolo elettronico del lavoratore e in prospettiva del sistema informativo unitario delle politiche del lavoro -evidenziano Silvia Ciucciovino e Alessandro Toscano – Usando dati già nella disponibilità di Anpal, potrà essere utilizzato su ulteriori livelli, ad esempio, per l’efficace gestione delle politiche attive a livello regionale attraverso l’interconnessione dei soggetti pubblici e privati autorizzati e accreditati; per la validazione e certificazione delle competenze e per il monitoraggio del rispetto dei livelli essenziali di prestazioni da parte delle regioni e province autonome”.
Intanto si muove anche la grande distribuzione. Carrefour Italia è la prima Gdo in Italia ad applicare la tecnologia blockchain alla tracciabilità dei beni alimentari. La tracciabilità digitale dell’intera filiera del pollo allevato all’aperto e senza antibiotici, in maniera trasparente e consultabile anche dal consumatore finale sarà pienamente operativa a partire da settembre, e riguarderà 29 allevamenti, 2 mangimifici e 1 macello. Carrefour ha anche annunciato che la prossima filiera ad essere tracciata con la tecnologia blockchain sarà quella degli agrumi a marchio proprio.
“L’evoluzione delle richieste del consumatore e la rinnovata attenzione alla provenienza dei prodotti che la Gdo offre, impone agli operatori del settore un impegno sempre maggiore verso la trasparenza delle informazioni – commenta Stéphane Coum, direttore Operation Carrefour Italia – La tecnologia blockchain è uno strumento fondamentale in questa direzione, poiché rappresenta un patto di fiducia tra Carrefour Italia e il cliente finale, che potrà verificare direttamente e in tempo reale le informazioni legate alla filiera del prodotto, dall’origine sino all’arrivo al punto vendita”.