Registro blockchain per le opere d’arte certificate, digitalizzazione del patrimonio artistico pubblico, riduzione dell’Iva al 10% sulla vendita delle opere d’arte, modifica della disciplina dell’Art Bonus e tokenizzazione dei crediti fiscali per incentivare il mecenatismo. Sono le proposte che lancia il Consiglio Nazionale del Notariato con l’obiettivo di rilanciare il mercato dell’arte italiano.
Un mercato da 1,46 miliardi di euro
In Italia, l’industria dell’arte genera un volume d’affari pari a 1,46 miliardi di euro, con un impatto complessivo economico sul Paese di 3,78 miliardi di indotto, secondo Nomisma. Ma si tratta di uno dei settori economici, fa sapere il Notariato, “a più alta opacità sistemica“, penalizzato dall’incertezza delle regole e da una fiscalità più onerosa rispetto all’estero, che comporta problematiche sia per chi vuole investire in arte sia per gli stessi artisti e operatori del settore.
Altra problematica riguarda la contraffazione. Sono 1.547 i falsi sequestrati nel corso del 2020 dal Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale italiano. Di questi l’87% appartiene al segmento dell’arte contemporanea. La restante parte riguarda reperti archeologici e beni di altre epoche. Il controvalore complessivo dei falsi sequestrati è stimato in circa 416 milioni, qualora immessi sul mercato come autentici.
Registro blockchain per le opere d’arte
Al centro delle proposte la certificazione notarile di autenticità delle opere d’arte e la creazione di un registro blockchain con tracciamento dei passaggi di proprietà e quindi certezza della titolarità.
In Italia non esiste alcuna modalità di certificazione “ufficiale” dell’autenticità di un’opera d’arte. Come anche i soggetti legittimati al rilascio del certificato di autentica e le modalità di attribuzione sono diverse e variano a seconda che si tratti di un’opera di autore defunto o vivente.
Il registro volontario delle opere d’arte raccoglierebbe i dati “anagrafici” ed evidenze biometriche dell’opera stessa, e come suo risultato, una certificazione delle caratteristiche dell’opera e della relazione biunivoca con il suo autore, anche in collaborazione con Archivi e Fondazioni per gli artisti non più viventi.
Il notaio può certificare, quindi, l’opera d’arte e autenticarne la provenienza e attraverso utilizzo delle nuove tecnologie basate sui registri distribuiti – blockchain – potrebbe, inoltre, creare un sistema di circolazione sicura, tracciabile e garantita.
Questo consentirebbe di evitare o limitare eventuali plagi, contraffazioni e violazioni del diritto d’autore così come abusi legati a diffusione illecite o altre violazioni di diritti patrimoniali dell’opera.
Digitalizzazione del patrimonio artistico pubblico
La terza proposta del Notariato punta a utilizzare un sistema di acquisizione dell’immagine, della documentazione e dei dati a supporto della autenticità dell’opera d’arte, per la digitalizzazione del patrimonio artistico pubblico e la creazione di un inventario certificato delle opere.
Un approccio che si lega al tema dell’identità digitale delle opere d’arte, e inizia a disegnare un Sistema di certificazione dell’identità digitale dei beni culturali. Al pari di quello che avviene con Spid per le persone fisiche, l’identità digitale dei beni culturali è l’elemento abilitante che consente ai beni culturali di poter esistere nell’ambiente digitale.
La digitalizzazione genererebbe utilità ai fini per l’attuazione di politiche economiche relative a tali beni, attribuendo certezza e trasparenza del mercato, con identificazione del titolare dell’opera e, all’opera d’arte, permetterebbe di entrare, a tutti gli effetti, nell’alveo dei beni rifugio suscettibili di diventare un sicuro investimento.
Potenziamento del mecenatismo e Art Bonus
Il Notariato punta a potenziare l’Art Bonus, che consiste in misure di sostegno al mecenatismo mediante attribuzione di un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo.
Il progetto prevede la creazione di un registro digitale delle iniziative di intervento in favore del patrimonio culturale ed artistico italiano (musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali) attraverso la tokenizzazione del credito fiscale conseguente alle erogazioni liberali, a supporto ed implementazione di quello esistente.
L’intervento del notaio nella tokenizzazione del credito potrebbe facilitare le erogazioni da parte di soggetti stranieri; assicurare il rispetto dei controlli antiriciclaggio; attribuire all’erogazione liberale la forma necessaria al fine di evitare una possibile richiesta di restituzione futura per nullità del contratto.
Una volta tokenizzato il credito, in maniera certa e garantita dal notaio, questo potrebbe essere ceduto sia a banche sia ad altri soggetti privati avendo la possibilità di mantenere un tracciamento dell’attuale effettivo titolare del credito.
La cessione del credito, che sarebbe un forte potenziamento dell’attuale sistema fiscale attuale, potrebbe essere un utile volano per l’iniziativa dell’Art Bonus perché lo renderebbe più appetibile per i soggetti stranieri i quali – in mancanza di redditi in Italia – non avrebbero alcuna possibilità di beneficiare del credito d’imposta (attualmente pari al 65% dell’importo erogato).