Rischia di avere una coda di carte bollate la decisione dei vertici di Google di riorganizzare l’azienda, creando una holding, Alphabet, che riunisce sotto il proprio ombrello tutte le attività del gigante californiano.
L’annuncio del colosso fondato da Page e Brin ha immediatamente creato subbuglio nel vecchio continente, dove la casa automobilistica tedesca Bmw ha immediatamente notato che il nome scelto per il conglomerato Usa era già stato registrato per una sussidiaria di Bmw, Alphabet Fuhrparkmanagement, specializzato nei leasing di lunga durata per privati e imprese e nel car sharing, offrendo il servizio in 18 Paesi sussidiaria fornendo circa 530.000 veicoli.
Il costruttore tedesco ha così mobilitato i propri legali, per verificare tutte le implicazioni del diritto di esclusiva sul marchio, con Micaela Sandstede, portavoce dell’azienda che ha dichiarato al settimanale Wirtschaftwoche, poi ripreso anche dal New York Times, che “Si tratta di una procedura di routine, si dovranno esaminare le implicazioni in termini di diritti sul marchio”, specificando che l’azienda non è stata informata in anticipo dei piani di Google di voler creare una società chiamata con questo nome né di aver ricevuto un’offerta per acquistare il dominio internet o il marchio. “Non abbiamo intenzione di vendere il dominio”, ha aggiunto la portavoce, che ha descritto Alphabet come “una parte molto attiva” del business Bmw.
Lunedì sera, ricostruisce il settimanale tedesco, subito dopo l’annuncio della ristrutturazione e del cambiamento di nome da parte di Google, il server della Alphabet tedesca è rimasto bloccato per ore per eccesso di contatti. Bmw, secondo il periodico, sarebbe rimasta spiazzata dall’annuncio anche perché non è stata in alcun modo contattata da Google rispetto all’uso del marchio già depositato.
La questione potrebbe dare vita a un contenzioso legale particolarmente vivace, dal momento che Google e Bmw hanno in cui comune alcuni terreni di concorrenza, ad esempio nel segmento delle auto elettriche e della mappatura elettronica, dove Bmw ha recentemente acquisito Here, le mappe di Nokia, in partnership con Daimler e Audi.
Il prossimo passo per fare chiarezza sulla vicenda dei diritti sulla proprietà del marchio sarà a questo punto il pronunciamento dell’United States Patent and Trademark Office, organismo amministrativo Usa che si occupa del rilascio dei brevetti e dei marchi depositati. Al momento soltanto negli Stati Uniti ci sono, secondo quanto trapelato dall’agenzia, 103 marchi registrati che usano la parola “Alphabet“. Per dimostrare la violazione gli avvocati di Bmw dovranno evidenziare che la nuova società di Google “crea il rischio di confusione” tra i consumatori-clienti dei due marchi.