I drammatici incidenti aerei di ottobre di Lion Air e di marzo per Ethiopian Airlines, che sono costati la vita a 346 persone e hanno portato allo stop completo dei voli di tutti i velivoli della Boeing del tipo 737 Max 8, hanno una spiegazione più soddisfacente, in grado di far capire le resistente iniziali ad assumersi le responsabilità degli errori che hanno causato gli schianti da parte del colosso di Chicago e che poi stanno ritardando di molti mesi le correzioni che permettano il rientro in servizio dei 393 aerei della serie 737 Max.
Non c’è stato un semplice problema di comunicazione, con delle specifiche di funzionamento del sistema automatico di correzione dell’assetto di cui le compagnie aeree e i piloti non erano stati informati, ma molto di più. Boeing aveva dato in appalto all’esterno il lavoro di scrittura del codice vitale per il funzionamento degli aerei, con dei subappalti a prestatori temporanei d’opera in India pagati fino a 9 dollari all’ora, mentre licenziava centinaia di programmatori senior interni all’azienda. E questo spiega perché adesso il problema del 737 Max può trasformarsi in un disastro per Boeing dalle conseguenze molto più profonde di quanto ritenuto sino a questo momento. A scoprirlo è stata l’agenzia Bloomberg, con una inchiesta che è scesa nel dettaglio per ricostruire una vicenda molto complessa ma estremamente grave. Rimane un mistero – scrive infatti Bloomberg – al cuore della crisi dei Boeing 737 Max: come mai una azienda famosa per i suoi progetti meticolosi ha fatto degli errori apparentemente elementari che hanno portato a due incidenti aerei mortali. Ingegneri di lungo corso della Boeing dicono che lo sforzo è stato complicato dalla spinta interna a esternalizzare il lavoro con dei subappaltatori pagati pochissimo.
Il software dei Boeing 737 Max – piagato da problemi che potrebbero tenere gli aeroplani fermi ancora per alcuni mesi, mentre i regolatori statunitensi questa settimana hanno rivelato un nuovo problema potenzialmente pericoloso – è stato sviluppato in una fase della storia di Boeing in cui l’azienda stava licenziando programmatori esperti e facendo pressione sui fornitori perché tagliassero a loro volta i costi. Sia Boeing che i suoi fornitori hanno fatto affidamento in maniera crescete su lavoratori temporanei che vengono pagati fino a 9 dollari all’ora per sviluppare e testare il software, spesso da Paesi in cui manca una industria aerospaziale sviluppata: segnatamente, l’India.
Secondo quanto ha raccontato a Bloomberg Mark Rabin, ex programmatore Boeing che ha lavorato in un gruppo per i testi in volo che hanno supportato il programma Max, in vari uffici anonimi vicini ai Boeing Field di Seattle ci sono decine e decine di scrivanie occupate da neolaureati che lavorano per lo sviluppatore software indiano Hcl Technologies.
I coder di Hcl in genere progettano secondo le specifiche stabilite da Boeing. Tuttavia, la loro entrata in campo “è stato controverso – ha detto Rabin – perché era molto meno efficienti degli ingegneri Boeing che scrivevano il codice prima. Frequentemente ci sono voluti molti rinvii andando avanti e indietro tra azienda e fornitore perché il codice non è stato scritto correttamente”.
La cura da parte di Boeing di società indiane sembrava pagare su altri fronti. Negli ultimi anni, l’azienda ha vinto diversi ordini per aerei militari e commerciali in India, come uno da 22 miliardi di dollari nel gennaio 2017 per fornire velivoli di linea a SpiceJet. Tale ordine comprendeva 100 jet 737-Max 8 e ha rappresentato il più grande ordine di Boeing da parte una compagnia aerea indiana, un colpo molto importante in un paese dominato da Airbus.
Sulla base dei curriculum pubblicati sui social media, gli ingegneri di Hcl hanno contribuito allo sviluppo e alla verifica del software di visualizzazione del volo di Max, mentre i dipendenti di un’altra società indiana, Cyient, gestivano il software per le apparecchiature di prova di volo.
In un post un dipendente di Hcl ha indicato le sue funzioni in riferimento al modello di aereo coinvolto negli incidenti, che ha iniziato i test di volo a gennaio 2016: “Ho fornito una soluzione rapida per risolvere il problema di produzione che ha consentito di non ritardare il test di volo del 737-Max (ogni ritardo in un test di volo ha un costo molto elevato per Boeing)”. Boeing ha detto che la società non ha fatto affidamento su ingegneri di Hcl e Cyient per il Maneuvering Characteristics Augmentation System (MCAS), sistema di potenziamento delle caratteristiche di manovra, che è stato collegato allo schianto di Lion Air lo scorso ottobre e al successivo disastro di Ethiopian Airlines a marzo. Il produttore di aerei di Chicago ha anche affermato di non aver fatto affidamento su nessuna delle due società per un altro problema di software reso pubblico dopo gli incidenti: una spia di avvertimento della cabina di pilotaggio che non funzionava per la maggior parte degli acquirenti dei 737 Max.
“Boeing ha molti decenni di esperienza nel lavorare con fornitori e partner in tutto il mondo», ha detto a Bloomberg un portavoce dell’azienda. “Il nostro obiettivo principale – ha aggiunto – è sempre garantire che i nostri prodotti e servizi siano sicuri, di altissima qualità e conformi a tutte le normative applicabili”. In un comunicato, Hcl ha scritto che ha “una relazione commerciale solida e di lunga data con Boeing, e siamo orgogliosi del lavoro che facciamo per tutti i nostri clienti. Tuttavia, Hcl non commenta il lavoro specifico che facciamo per nessuno dei nostri clienti. Hcl non è associata a problemi in corso con 737 Max”.
I recenti test sui simulatori della Federal Aviation Administration suggeriscono che i problemi del software sul modello più venduto della Boeing sono molto più profondi di quanto non ritenuto precedentemente. Il titolo della società è diminuito questa settimana dopo che il regolatore ha riscontrato un ulteriore problema con un chip del computer che ha registrato un ritardo nella risposta alle emergenze quando è sovraccaricato di dati.