LA PROPOSTA

Boldrini: “Serve una Costituzione per Internet”

La proposta della presidente della Camera: “Vanno definiti i diritti fondamentali nella Rete. Affrontare la questione nel semestre italiano di presidenza Ue”

Pubblicato il 12 Giu 2014

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Una vera e propria Costituzione per disciplinare tutte le questioni che pone Internet. A lanciare la proposta la presidente della Camera Laura Boldrini, intervenuta questa mattina al seminario “From e-Parliament to smart-Parliament”, organizzato a Montecitorio dallo European centre for Parliamentary research and documentation.

“La prossima settimana – ha annunciato Boldrini – affronteremo la questione dei diritti nell’era di Internet, visto che la Camera dei deputati ospiterà un seminario dal titolo provocatorio ‘Una Costituzione di Internet?‘ L’idea alla base del seminario è che nei prossimi mesi, durante la presidenza italiana, l’Unione europea può e deve svolgere un ruolo importante nella definizione dei diritti fondamentali che dovrebbero essere parte di una ‘Internet Constitution’ e che dovrebbe essere certamente l’oggetto di un dibattito pubblico”.

“Saremo lieti di contributi e idee per capire come mettere le nuove tecnologie al servizio del Parlamento e della democrazia – a puntualizzato – E, come sempre, cercheremo di migliorare la trasparenza, la partecipazione dei cittadini e la tutela dei diritti individuali”.

Il presidente della Camera, ha sottolineato l’importanza che la Camera dei deputati sia sempre più aperta ai cittadini, soprattutto grazie al web e ai social network. “Il Parlamento deve aprirsi – ha ribadito la Boldrini – e coinvolgere i cittadini, che devono essere sempre più vicine a questa istituzione. Non a caso la nostra agenda di riforme prevede grandi sforzi per modernizzare le procedure e in questo le nuove tecnologie possono giocare un ruolo importante”. L’esempio principale per la Boldrini è quello degli open data, un modo per “rendere disponibile la conoscenza per i cittadini”. Ma servono anche nuove politiche comunicative, come “l’integrazione coi social media o come seguire i lavori parlamentari su YouTube”.

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