“Internet è diventato in relativi pochi anni uno straordinario spazio di comunicazione, confronto, di partecipazione dal basso, di sviluppo economico e sociale, indispensabile nella nostra vita quotidiana, professionale, politica e sociale. E’ compito delle istituzioni garantire anche in questo spazio libertà, uguaglianza, dignità e diversità delle persone. Questo è l’obiettivo della Carta dei diritti in Internet, che non è una legge, ma una dichiarazione di principi che si concentra su alcuni punti fondamentali quali il diritto di accesso alla rete, la sua neutralità, la tutela dei dati personali, dell’identità, dell’inviolabilità dei dati stessi, il diritto all’anonimato come all’oblio, le garanzie sulle piattaforme ma anche l’educazione ad Internet e la sicurezza”. Lo ha detto Laura Boldrini, nel saluto ai partecipanti all’Internet Governance Forum Italia 2015.
Nel corso del forum verranno discusse le tematiche emergenti dell’evoluzione di Internet con l’obiettivo dichiarato di definire i contributi che l’Italia porterà alla discussione dell’IGF globale di João Pessoa, in Brasile a novembre.
La presidente della Camera si è detta “molto lieta che questa importante rassegna di dibattito sull’assetto attuale e futuro della internet governance nonché sulla delicata e complessa questione dei diritti in rete sia ospitata anche quest’anno dalla Camera dei deputati. Un motivo di soddisfazione in più è rappresentato dal fatto che mentre l’anno scorso presentavo a voi l’istituzione in sede parlamentare di una commissione di studio su questi temi, quest’anno posso orgogliosamente presentarvene i risultati”.
“L’identità digitale è della persona cui si riferisce e non è negoziabile. Il punto fermo è che l’identità è mia e me la gestisco io” il senso dell’intervento di Stefano Rodotà. “Spero – ha detto – che si arrivi all’approvazione di una mozione che impegni il governo sulla Dichiarazione dei diritti in internet. – E spero che sull’accesso a internet ci sia una indicazione di prospettiva che viene dall’italia”. E rispetto allo stop al Safe Harbor: “L’Europa ha messo due paletti, sulla privacy ma anche sui diritti economici, quando ha stabilito che il diritto all’oblio prevale sugli interessi economici dei motori di ricerca”. Dal punto di vista normativo, ha osservato Rodotà l’Italia ha una legge che protegge i dati personali molto avanzata”.
“Importante che Italia e Europa partecipino attivamente al governo della rete dimostrando la loro leadership – ha osservato il presidente e Ceo di Icann Fadi Checadé in un videomessaggio -. Spesso si paragona internet a un fiume che trasforma tutto quello che tocca, ma un fiume ha bisogno di argini e dighe. Dobbiamo essere in grado di trasformarci e assicurare che Internet sia un motore di sviluppo”.