“Alla luce delle notizie incontrollate riportate da alcuni organi di stampa in merito alla vicenda della fatturazione a 28 giorni, Asstel precisa di aver chiesto, per conto di tutti gli operatori telefonici associati, di poter incontrare quanto prima tanto il Ministro dello Sviluppo Calenda, che i parlamentari promotori dei disegni di legge sul tema”: lo dice la nota dell’associazione di Confindustria, dg Laura Di Raimondo, puntando a riprendere il timone del caso bollette a 28 giorni scongiurando “l’obbligo legislativo sui prezzi”.
L’intervento dell’associazione arriva in un momento di frenetica contrattazione fra alcuni operatori e Agcom. Telecom Italia e Wind Tre, sotto accusa insieme a Vodafone e Fastweb per la bolletta a cadenza “lunare”, secondo la Repubblica avrebbero proposto al Garante la disponibilità ad abbandonare la fatturazione a 28 giorni (ma mantenendo l’aumento delle tariffe: la spesa verrebbe dunque spalmata su 12 bollette anziché su 13), in cambio di una norma salvagente che li metta al riparo dal diritto di recesso (assicurato dal Codice delle comunicazioni elettroniche).
Asstel ribadisce che gli operatori telefonici che propongono un periodo di fatturazione a 28 giorni “hanno adottato comportamenti legittimi in quanto la tariffazione è a tutti gli effetti una componente dell’offerta commerciale” e sottolinea che tutti “gli operatori sono sempre stati e sono disponibili al dialogo con le istituzioni, purché si rispettino i principi della libera concorrenza, tra i quali è fondamentale quello della libertà di determinare le condizioni di offerta dei servizi”.
Serve salvaguardare “il modello liberalizzato che ha caratterizzato il mercato della telefonia negli ultimi venti anni, con notevoli benefici per il Paese in termini di costante diminuzione dei prezzi dal 2010, consistenti investimenti dell’ordine di circa 6,5 miliardi di euro l’anno, servizi innovativi in continua crescita quantitativa e qualitativa”. Intervenire con un obbligo legislativo sui prezzi “andrebbe contro tutto questo e ci porterebbe in un quadro normativo di dubbia compatibilità con quello europeo”.
Intanto Agcom starebbe studiando – lo scrive ancora la Repubblica – strade utili a inasprire le sanzioni contro i 4 operatori: se il Codice attualmente permette multe da 580mila euro, l’ultima legge sulla concorrenza permetterebbe però di raddoppiare l’importo: e il Garante punta a applicare questa cifra raddoppiata a ogni singola offerta “a 28 giorni” degli operatori.
“Una risoluzione parlamentare ha un valore politico molto forte, e fissa per il governo impegni precisi. Quella a mia prima firma contro la tariffazione a 28 giorni, votata all’unanimità nelle scorse settimane dalla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, ha gettato un seme, ora ci attendiamo di raccogliere i frutti già nella manovra di bilancio, nella quale il Partito democratico ha già presentato appositi emendamenti”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione, Michele Meta. “Alla nostra risoluzione -prosegue il deputato Pd- il governo ha finora risposto con un atteggiamento di apertura e di condivisione: da giorni si susseguono dichiarazioni rassicuranti per i consumatori, vittime di un comportamento poco trasparente”. “Siamo dunque fiduciosi -osserva- che ora dalle parole si passerà alle azioni concrete, recependo l’indicazione del Parlamento attraverso il mezzo normativo più rapido ed efficace possibile”