IL CASO

Bollette a 28 giorni, conto alla rovescia per i rimborsi

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva di Vodafone, Wind Tre e Fastweb e suggerito alle società di predisporre un “piano di storno scaglionato” in attesa dell’udienza di merito fissata per il prossimo 4 luglio. Soddisfazione dei consumatori

Pubblicato il 22 Mag 2019

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Si sta per chiudere la vicenda dei rimborsi agli utenti per le bollette a 28 giorni Il Consiglio di Stato ha respinto la sospensiva richiesta da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e ha “suggerito” alle società di predisporre un “piano di storno scaglionato” in attesa dell’udienza di merito fissata per il prossimo 4 luglio.

La lunga storia delle bollette a 28 giorni scoppiò nell’autunno del 2017, quando emerse che le compagnie telefoniche inviavano le fatture ogni quattro settimane invece che su base mensile, con il risultato che i clienti ricevevano 13 bollette all’anno. Su quello che in molti definirono un “trucco” si sono susseguiti diversi provvedimenti (e multe) da parte dell’Agcom, dell’Antitrust e alla fine è arrivata anche una legge del Parlamento, che ha vietato la pratica imponendo alle società di tornare alla tradizionale fattura mensile.

Il tema dei rimborsi per quanto incassato in più dalle compagnie fra giugno 2017 e i primi di aprile 2018 è quindi corso parallelo a tutta la vicenda ed era stato “normato” da una specifica delibera dell’Autorità per le tlc: i rimborsi, da restituire in bolletta sotto forma di “giorni erosi” o di altre compensazioni alternative autorizzate dalla stessa Agcom, dovevano arrivare entro il 31 dicembre 2018, termine poi spostato al 31 marzo 2019 e infine a fine maggio.

Tra un ricorso e l’altro alla fine si è arrivati all’ordinanza di Palazzo Spada che ritiene significativo “il lungo tempo trascorso dall’accertato inadempimento dei gestori” respingendo l’ennesima richiesta di sospensiva: in questo modo i giudici amministrativi danno piena validità al provvedimento dell’Autorità che impone agli operatori di procedere con i rimborsi.

E’ vero che la parola fine non può ancora essere scritta, dal momento che l’udienza di merito (che riguarderà anche Tim) è fissata per il 4 luglio, ma è lo stesso Consiglio di Stato a indicare la necessità di provvedere almeno “ad un piano di storno scaglionato e coerente col riallineamento alla cadenza mensile della fatturazione, con progressiva estensione a tutta la clientela, se del caso facendo salvi gli eventuali conguagli”.

L’Unione nazionale consumatori, che si sente vicina alla meta, esulta: “Finalmente si stringe il cerchio e i rimborsi sono alle porte”, commenta l’Udc.

Adiconsum non è contraria alla possibilità che il rimborso possa avvenire offrendo ai consumatori anche dei servizi gratuiti in sostituzione del rimborso in contanti sulle prossime bollette  “ma deve essere chiaro che solo il consumatore può decidere come farsi rimborsare”, precisa l’associazione.

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