L'INTERVENTO

Confindustria spinge su Industria 5.0: “Leva per stimolare gli investimenti privati”

Il presidente Bonomi: “Dobbiamo agganciare le transizioni digitale, ambientale, energetica. Cruciale il ruolo del Pnrr”. Il ministro Fitto: “Terza rata in arrivo”

Pubblicato il 21 Giu 2023

Avanti tutta su Industria 5.0. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, accende i riflettori sulla quinta rivoluzione industriale.  “Bisogna stimolare gli investimenti privati con un grande piano che ho chiamato Industria 5.0, o Transizione 5.0, perché dobbiamo agganciare le transizioni digitale, ambientale, energetica  -ha sottolineato in un’intervista a La Repubblica – La Commissione Eu ha detto che per la sola transizione green servono in Europa 3.500 miliardi, di cui 650 in Italia. Il Pnrr ne prevede fra 60 e 70. Vuol dire che 580 miliardi devono venire da famiglie e imprese, una dimensione impensabile. L’ultimo punto sono le riforme. Questo paese ha necessità di fare quelle di cui tutti sentiamo parlare da 35 o 40 anni. Ci veniva detto che le risorse non c’erano, col Pnrr adesso ci sono”.

Pnrr, Fitto: “In arrivo la terza rata”

Intervenendo in Aula al Senato, il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, ha assicurato che la terza rata è in arrivo. “Sulla terza rata dei fondi del Piano l’attuale governo ha predisposto a fine dicembre la richiesta di ottenimento ed è stata avviata la fase di ‘assessment’ con la Commissione europea”.

La fase di verifica “è in via di conclusione e abbiamo recepito molti suggerimenti che hanno cambiato alcune scelte” per cui “siamo in dirittura d’arrivo”, ha assicurato il ministro. Fitto ha smentito quindi che ci siano stati “polemiche e contrasti con la Commissione europea”. La narrazione sulla “responsabilità del nostro governo sulla terza rata non solo non coincide temporalmente, ma non hanno possibilità di essere giustificate nel merito”, ha puntualizzato l’esponente di governo.

Industria 5.0, il piano Urso

Nei mesi scorsi il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, ha annunciato l’intenzione del governo di predisporre un piano su Industria 5.0. “Dobbiamo razionalizzare tutti gli incentivi alle imprese per far in modo che queste possano fare programmazione”, ha sottolineato Urso, secondo cui “il sistema produttivo italiano è in grado di guardare al futuro dove sarà fondamentale la transizione digitale”, ha detto partecipando all’assemblea di Legacoop.

“Sul fronte incentivi ci sarà un piano Impresa 5.0”, ha poi annunciato. Il governo sta facendo pressing su Bruxelles per rivedere le norme sugli aiuti di Stato.

Secondo il ministro, alle aziende serve infatti una riforma complessiva delle risorse a cui poter attingere per investire e crescere da un punto di vista innovativo. Bene, dunque, i benfici fiscali e l’indirizzo di questi verso le imprese a maggior impatti tecnologico (chip, aerospazio, alta tecnologia clean tech). Ma accanto a questi strumenti serve anche un Fondo sovrano europeo in grado di accelerare la doppia transizione, verde e digitale, che è la cornice entro la quale si dovrà sviluppare il paradigma Industria 5.0.

Industria 5.0, le mosse della Ue

L’annuncio di Urso arriva a poche settimane dal lancio del progetto europeo Sure5.0, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon Programme Europe.

Sure5.0 (“Supporting the smes SUstainaibility and REsilience transition towards industry 5.0 in the mobility, transport & automotive, aerospace and electronics European Ecosystems” ) mira a sostenere le Pmi europee che lavorano sui suddetti ecosistemi industriali, favorendole nell’avanzamento all’interno del processo di trasformazione digitale e nel diventare contemporaneamente più centrate sull’uomo, sostenibili e resilienti.

Le Pmi potranno beneficiare di rapporti di valutazione 5.0, webinar aperti, roadmap individuali, servizi su misura, eventi di networking e di apprendimento tra pari, supporto finanziario per i loro progetti 5.0.

Il progetto prevede di coinvolgere circa 1.000 Pmi nelle attività del progetto, di cui 700 saranno valutate, 90 riceveranno servizi su misura dai partner e 53 riceveranno sostegno finanziario. Saranno promosse l’adozione e la diffusione di tecnologie avanzate, nonché l’adozione di pratiche di innovazione sociale che faciliteranno la duplice transizione (digitale e verde). Il progetto mobiliterà 2,6 milioni di euro. La durata è di 36 mesi, il costo totale 4.988.125 euro.

Tre ecosistemi industriali strategici

1) Mobilità, Trasporti e Automotive. Questo ecosistema industriale è molto ampio e comprende le seguenti attività: produzione di autoveicoli, ma anche navi e treni; la fabbricazione di accessori; il servizio di riparazione e manutenzione; il trasporto merci e tutti i servizi connessi.

2) Aerospazio e difesa. Questo ecosistema si riferisce principalmente all’industria manifatturiera per l’aeronautica, lo spazio e la difesa, ma comprende anche i suoi clienti (tra cui ad esempio le compagnie aeree oi programmi Ue Galileo e Copernicus). Può quindi essere visto come una rete di collegamenti, sovrapponendosi ad altri ecosistemi come la mobilità e l’elettronica, ma anche il turismo, il digitale, l’agroalimentare, l’energia e l’economia sociale, soprattutto sotto forma di servizi o applicazioni.

3) Elettronica. La catena del valore dell’ecosistema dell’elettronica industriale è piuttosto complessa, comprese attività come la progettazione dei chip; la fabbricazione di semiconduttori; l’assemblaggio, il collaudo e l’imballo; e la sua distribuzione finale. Ma riguarda anche gli input richiesti per questo processo, come gli strumenti Cad (software); materie prime (wafer di silicio) e attrezzature di produzione molto sofisticate. Tutto questo è completato da un grande sforzo di R&S.

Industria 5.0 nuovo paradigma per la ricerca e l’innovazione

Dal documento recentemente pubblicato dalla Commissione europea si evidenzia come l’Industria 5.0 completa il paradigma dell’Industria 4.0 esistente evidenziando la ricerca e l’innovazione come fattori abilitanti per la transizione verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.

L’industria 5.0 sposta l’attenzione dal valore per gli azionisti a quello per gli stakeholder, con vantaggi per tutti gli interessati.

L’industria 5.0 cerca infine di catturare il valore delle nuove tecnologie, fornendo prosperità al di là dell’occupazione e della crescita, rispettando i confini planetari e ponendo il benessere dei lavoratori dell’industria al centro del processo produttivo.

Il contest europeo

Per incentivare la transizione, la Commissione europea ha lanciato l’edizione 2023 dell’Industry 5.0 Award, dedicato ai progetti finanziati dall’Ue i cui risultati rendono l’industria europea incentrata sull’uomo, resiliente e sostenibile. Un’occasione per mettere in luce i progetti innovativi che contribuiscono a realizzare le priorità della Commissione e per sensibilizzare l’opinione pubblica, fare il punto sull’attuazione dell’Industria 5.0 nei programmi di ricerca e innovazione e sviluppare il quadro di riferimento per il futuro.

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