L’autorità Antitrust chiude l’istruttoria nei confronti di Amazon sulle “pratiche commerciali scorrette” rispetto alla “Carta del docente” senza sanzioni pecuniarie, accettando gli impegni della società per “sanare” la situazione e vincolandola a presentarne entro 60 giorni le prove di attuazione.
L’authority era impegnata da maggio 2017 ad accertare le violazioni del codice del Consumo del gigante dell’e-commerce sui buoni Miur, che consentono ai docenti accreditati tramite Spid di creare uno o più buoni elettronici di spesa fino a un importo di 500 euro annui in libri, e-book, pc, corsi di formazione, iscrizione a corsi di laurea, spettacoli teatrali.
Secondo l’accusa Amazon non è stata abbastanza chiara nello specificare che con la “Carta del docente” fosse possibile acquistare soltanto prodotti venduti direttamente dal gigante dell’e-commerce, e non quelli venduti attraverso la piattaforma da soggetti terzi. E in più avrebbe “condizionato gli acquisti” con la conversione dei buoni spesa governativi in “codici promozionali”, il cui intero ammontare veniva scalato al momento della conversione, e cioè prima del loro effettivo utilizzo, senza che fosse più possibile riconvertire i codici Amazon in buoni spesa governativi in caso di mancato acquisto o parziale utilizzo, “rendendo quindi impossibile utilizzare la somma (o parte di questa) presso un altro esercente”.
Per venire a capo della questione Amazon aveva presentato il 14 luglio 2017 una prima proposta di impegni rigettata dall’authority. A questo era seguita una richiesta di proroga, concessa, e – il primo dicembre 2017 – una “revisione” degli impegni, che “prevede una radicale modifica delle modalità di implementazione dell’iniziativa Carta del docente – spiega l’Antitrust – oltre all’inserimento di chiarimenti relativi ai beni acquistabili nell’ambito dell’iniziativa”, con la società che ha già cambiato “le informazioni presenti all’interno del proprio sito nelle pagine dedicate all’iniziativa – spiega l’authority – modificando il product alert”.
Alla luce di tutto questo, e ascoltato anche il parere di Agcom, l’Antitrust ha ritenuto “che gli impegni presentati dalla società Amazon siano idonei a far venir meno i possibili profili di scorrettezza della pratica commerciale oggetto di istruttoria”, e di “poter chiudere il procedimento senza accertare l’infrazione”, deliberando di “rendere obbligatori gli impegni proposti il primo dicembre 2017”, pubblicando “a sua cura e spese gli impegni assunti”. “In caso di inottemperanza alla presente delibera – conclude l’Antitrust – l’Autorità applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 5.000.000 euro”, e “può disporre la sospensione dell’attività di impresa per un periodo non superiore a trenta giorni”.