La richiesta di braccialetti elettronici per i detenuti da condannare agli arresti domiciliari ha ormai superato la disponibilità dei dispositivi, e alcuni tribunali iniziano a vedere respinte le loro richieste. L’ultimo caso è proprio delle scorse ore a Palermo, dove il legale di un detenuto arrestato per detenzione di armi si è visto rispondere picche: “Vi informiamo che la richiesta – ha risposto al richiedente la centrale operativa Telecom – potrà essere evasa solo a fronte del recupero per fine misura di un dispositivo in esercizio. Resta inteso che tutte e richieste saranno evase in funzione dell’ordine cronologico di arrivo a codesta centrale operativa”
L’intesa tra la telco e il ministero della Giustizia, che a questo punto potrebbe richiedere una revisione, prevede la fornitura contemporanea di un massimo di 2mila braccialetti, che in questo momento risulta siano tutti già assegnati. Nella sede di Palermo, in particolare, sarebbero esauriti dal 10 dicembre. Il problema è a questo punto l’opposto di quello che si era manifestato nel corso degli anni dopo l’introduzione di questa possibilità: superata la diffidenza e i disguidi iniziali, con i numeri che nei primi sei mesi del 2013 parlavano di soli 26 braccialetti attivati, la nuova misura di custodia cautelare ha iniziato a farsi largo nei tribunali anche grazie al decreto svuota-carceri del 2013.
La quantificazione dei 2mila braccialetti che Telecom Italia si è impegnata a fornire al ministero della Giustizia risale all’accordo siglato con l’allora ministro Angelino Alfano, dopo uno studio ad hoc commissionato sull’applicabilità della misura. Il dispositivo viene gestito dalla centrale operativa grazie a un’infrastruttura di telecomunicazioni a larga banda messa a disposizione da Telecom. Il sistema fornito dall’operatore provvede anche all’assistenza 24 ore su 24, 365 giorni all’anno (dal momento che potrebbero rendersi necessarie installazioni o controlli anche nei giorni festivi o di notte, a seconda delle necessità dell’autorità giudiziaria), e l’aggiornamento dei software agli standard più avanzati. Il braccialetto elettronico, che si applica alla caviglia, è composto anche da una centralina, che ha la forma di una radiosveglia, che va installata nell’abitazione in cui deve essere scontata la condanna. Un device che riceve il segnale dal braccialetto e lancia l’allarme per eventuali tentativi di manomissione e in caso di allontanamento del detenuto.