L'INTERVISTA

Bravo Innovation Hub, Taveri: “Brindisi punta su innovazione e capitale umano. Investiamo sul futuro”

La ceo di Destination Makers, partner insieme a Fondazione Brodolini e Ashoka Italia dell’iniziativa promossa da Mise e Invitalia, annuncia i progetti in campo: “Finanziamenti ma soprattutto percorsi di capacity building per le start-up e partnership pubblico-privato per rafforzare l’ecosistema del Mezzogiorno”

Pubblicato il 29 Ott 2020

BRINDISI

Fare di Brindisi un polo di eccellenza dell’innovazione non solo del Sud Italia ma di tutto il Paese. E ri-attrarre nella città i migliori talenti sbarcati all’estero per cercare un’occasione di futuro: questa la missione portata avanti dall’Amministrazione comunale che vede nel Bravo Innovation Hub – l’acceleratore tenuto a battesimo da Mise e Invitalia e dedicato alla nuova imprenditoria in Puglia ma anche in Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia – un’occasione di nuovo sviluppo e di rilancio.

“Bravo Innovation Hub è un importante tassello nel puzzle della Brindisi del futuro, che si colloca nel più ampio percorso del laboratorio di innovazione urbana promosso da Palazzo Guerrieri, che ha come obiettivo quello di stimolare contaminazione, alimentare reti proattive e generative e progettualità per il bene comune, puntando ad attrarre a Brindisi tutti quei talenti che negli anni passati sono dovuti andare fuori per ragioni di studio o lavoro”, spiega a CorCom Emma Taveri, ceo di Destination Makers, partner di Bravo Innovation Hub insieme a Fondazione Brodolini e Ashoka Italia.

Taveri, i talenti sono la chiave di volta per spingere l’innovazione in Italia?

Ci sono destinazioni in Europa, come Eindhoven, che hanno puntato tutto sull’attrazione di talenti e sulla nascita di nuovi progetti, attività creativo-culturali, prodotti e servizi. In Italia sempre di più la lente si sta spostando verso il Sud: il tema del ripopolamento, la creazione di nuove opportunità, come il caso del South Learning in Calabria, dove un piccolo borgo è diventato sede di apprendimento e sperimentazione di nuove forme dell’abitare per gli studenti inglesi. Proprio per il suo collocarsi in questo ecosistema di così grande fermento per la città, Bravo Innovation Hub rappresenta un’opportunità unica di crescita e valorizzazione del territorio, che vede coinvolti in un partenariato soggetti pubblici e privati, attorno ad una fervente community di innovatori protagonisti del cambiamento, attraverso nuovi modelli di business ed opportunità per il Mezzogiorno. Bravo Innovation Hub punta a valorizzare il capitale umano delle imprese selezionate. Il percorso è orientato quindi non solo all’erogazione di finanziamenti e alle opportunità di incontro con gli investitori, ma anche e soprattutto al capacity building, attraverso un percorso approfondito di formazione e mentorship sulle tematiche orizzontali dello sviluppo di impresa e quelle verticali di turismo e cultura.

E come funzionerà operativamente?

Tutto ciò sarà possibile grazie al coinvolgimento di un network di docenti, mentor e testimonianze di imprenditori di successo che operano a livello nazionale e internazionale in questi due settori. Tra i mentor selezionati avremo infatti personalità come Giovanna Manzi, ceo di Bwh Hotel Group Italia (tra cui il rinomato brand Best Western), Luca del Bono, ideatore di imprese di successo quali Quintessentially, Onda, South Kensington Club di Londra e promotore dell’Aeolian Islands Preservation Fund, Caterina Manzi, Experience Territory Manager Southeast EMEA presso Airbnb. L’hub porterà a Brindisi una serie di nuove imprese e, assieme a loro, manager e innovatori che si distinguono per competenze e visione, una combinazione eccellente per innestare valore aggiunto nella città e alla comunità che la vive, arricchendola, anche e soprattutto attraverso l’incontro di queste start-up con la filiera produttiva locale. Come dimostrano le migliori iniziative e strategie di marketing di destinazione da Wonderful Copenhagen alle Faroe Islands, non può esserci sviluppo senza coinvolgere attivamente le filiere del territorio.

La commistione con professionalità e disruptive thinking porterà a nuove forme imprenditoriali, cross settoriali, rese possibili dalla digitalizzazione per il miglioramento delle modalità di fruizione di turismo e cultura, ma anche il wellbeing delle comunità locali. L’obiettivo è infatti quello di introdurre esperienze e know how direttamente dal mercato alle startup e così favorire, attraverso una condivisione diretta e specifica, la nascita di aziende sempre più market-oriented e dunque in grado di rispondere a quelle che sono le reali necessità del mercato. Per Brindisi è un’opportunità preziosa essere stata selezionata come hub di riferimento per il Sud, per un’iniziativa di tale rilevanza nazionale, che vede coinvolte importanti realtà come Invitalia, Infratel Italia, Ministero dello Sviluppo Economico e Comune di Brindisi. Ovviamente consapevoli delle criticità emerse nell’ultimo periodo, abbiamo optato per un percorso più “digitale” e che avrà l’obiettivo di accompagnare le migliori startup di settore anche nel superare insieme questo momento di crisi. La call è aperta fino al 30 novembre 2020, nella sezione dedicata al Bravo Innovation Hub del sito di Invitalia.

Che tipo di nuova imprenditoria si potrà generare attraverso il Bravo Innovation Hub? Ci sono settori “prioritari”?

I settori prioritari su cui si concentra in questa prima call Bravo Innovation Hub sono turismo e cultura. Le startup selezionate ed accelerate dal progetto devono essere imprese che propongono una componente innovativa in tali ambiti e che abbiano sede operativa nelle cinque regioni del Mezzogiorno individuate: Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia.

Per favorire un’imprenditorialità che risponda alle rinnovate esigenze del mercato, in costante evoluzione, è importante tenere conto delle ultime tendenze, ma anche, in considerazione del complesso periodo Covid-19 per questo settore, di una progettualità che punti a nuove frontiere digitali e soluzioni innovative, tenendo conto dei trend riguardanti fruizione digitale della cultura, platform economy, sostenibilità, wellness & wellbeing, turismo basato sulle comunità locali. Hack for Travel, hackathon che abbiamo organizzato insieme a The Data Appeal Company e Onde Alte per il rilancio dell’industria travel dopo il primo lock down causato da Covid-19, aveva come obiettivo proprio sottolineare l’importanza di reinventarsi, favorendo la nascita di soluzioni nuove e creative in risposta a una pandemia che ha costretto l’intera industria al ripensamento dei modelli imprenditoriali.

Si è appena conclusa l’iniziativa Sea Working Brindisi: cosa vi portate a casa in termini di efficacia ma anche di progettualità futura?

L’iniziativa Sea Working Brindisi ha riscosso un grande successo sia a livello locale che a livello nazionale, accendendo i riflettori sulla città di Brindisi ed avviando un proficuo dibattito sulle opportunità che il lavoro agile potrebbe offrire alle città del Sud e in generale alle aree più fragili del nostro Paese. Un progetto particolarmente significativo che abbiamo portato avanti, insieme al main sponsor Tim e a sponsor nazionali e locali, seguita con forte interesse dai più importanti media nazionali, sono arrivate oltre 762 candidature da tutta Italia e anche dall’estero per il contest.  Prima di lanciare l’iniziativa, siamo partiti da un’analisi della tendenza a lavorare da remoto in località al di fuori della propria residenza abituale, emersa negli ultimi mesi e accelerata dalla pandemia.

Siamo stati molto soddisfatti nel constatare che questo trend è cresciuto, arrivando a rappresentare una vera e propria domanda di servizi. Proprio per questo motivo Sea Working Brindisi nasce come un progetto che prevede più step, di cui il contest rappresenta il punto di partenza verso un obiettivo ben più ambizioso.

Cioè?

La nostra sfida futura sarà co-progettare una destinazione a misura di smart worker, per attrarre sia nuovi visitatori che cittadini temporanei, partendo da Brindisi ma guardando anche alle altre aree remote d’Italia. Un luogo ideale dove vivere e dove tornare, attraverso un vero e proprio “percorso di destinazione” fatto di hackathon formativi, eventi di co-design con esperti del settore, iniziative di rigenerazione urbana e promozione culturale, servizi digitali e di connettività efficienti che portino alla nascita di una comunità locale a cui affidare la governance di queste località e lo sviluppo dei territori sulla base delle esigenze avvertite dai cittadini.

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