RISULTATI

Brillano i conti di Cisco, ma l’outlook delude Wall Street

Gli utili balzano del 33% e le revenues crescono del 3,6%: bene tutte le linee di prodotto nuove, come collaboration e data center, ma anche il “classico” switching. Gli analisti rassicurano: “Il rallentamento previsto nel prossimo trimestre è temporaneo”

Pubblicato il 13 Nov 2015

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Salgono gli utili ma delude l’outlook per Cisco, il colosso americano del networking che ha reso noti i suoi risultati del primo trimestre fiscale (chiusosi a ottobre). Le revenues sono in crescita del 3,6% anno su anno a 12,7 miliardi di dollari, in linea con le previsioni che indicavano un incremento compreso tra il 2 e il 4%. L’utile netto è salito del 32,9% a 2,4 miliardi di dollari e l’Eps adjusted è in crescita del 9,3% a 0,59 dollari, meglio di quanto previsto dall’azienda.

Cisco ha beneficiato della robusta crecita di diverse linee di prodotto nell’ultimo trimestre, tuttavia – nonostante l’alleanza con Ericsson appena annunciata da cui si aspetta un miliardo di dollari di vendite aggiuntive dopo il 2016 – le azioni Cisco hanno subito un calo del 5% negli scambi after-hours perché l’azienda ha indicato che fatturato e utili del secondo trimestre saranno sotto le stime degli analisti, a causa di fattori macroeconomici e cambi valutari sfavorevoli che rallentano gli ordini.

“Non voglio minimizzare questo dato”, ha affermato il Ceo Chuck Robbins, ma i problemi si risolveranno nella seconda metà dell’anno fiscale, ha assicurato. Robbins ha intanto sottolineato che gli ordini di Cisco in Cina sono balzati del 40% – un dato molto incoraggiante che bilancia le perdite in altre regioni dovute ai timori di problemi di sicurezza connessi con l’acquisto di hardware americano.

Nel dettaglio, le revenues dai prodotti sono cresciute del 4% nel primo trimestre fiscale, guidate dalla forza dei business Data Center e Collaboration cresciuti del 24% e del 17% rispettivamente. Wireless e Security sono cresciuti ciascuno del 7%, lo Switching sale del 5% mentre l’attività NGN Routing perde l’8% e quella Service Provider Video è in calo del 2%. Le revenues da servizi sono cresciute dell’1%. Il fatturato nelle Americhe è in crescita del 4%; in Emea e nell’Asia Pacifico, Giappone e Cina del 3%. Il flusso di cassa operativo è in salito dell’11% a 2,8 miliardi di dollari; Cisco ha contante per un totale di 59,1 miliardi di dollari alla fine di ottobre.

Nel secondo trimestre fiscale, invece, le revenues si manteranno piatte o al massimo cresceranno del 2% mentre l’Eps adjusted dovrebbe essere di 0,53-0,55 dollari.

Nel futuro Wall Street osserverà i frutti dell’accordo con Ericsson, ma nell’immediato seguirà con attenzione l’andamento delle attività principali di Cisco, ovvero le attrezzature di switching e routing, che hanno vissuto una ripresa nell’ultimo trimestre, osserva il Wall Street Journal. Nel caso del switching la crescita del 5% migliora il risultato del trimestre scorso (+2%), ma per i router, il prodotto cui Cisco ha legato il suo nome da fine Anni ’80, le revenues sono in calo dell’8% dopo essere cresciute del 3% nel trimestre precedente. Secondo Dave Heger, analista di Edward Jones, l’attività nei router di Cisco risente delle nuove priorità nei piani di spesa dei provider di servizi di telecomunicazione.

E’ anche vero che Cisco ha diversificato il suo business e aree più nuove mostrano una solida crescita, come nel caso dell’hardware e software per le conferenze e la collaboration – oggi il terzo maggior generatore di fatturato per l’azienda americana.

Inoltre Cisco sta cercando di diventare anche fornitore di software e servizi e queste attività producono entrate in modo più graduale, anche se le garantiscono più su lungo periodo. Infatti il reddito differito di Cisco da software e abbonamenti è cresciuto del 36% nel primo trimestre; il deferred revenue complessivo è salito del 10% e vale 15,2 miliardi di dollari.

“Questo conta molto”, commenta Pierre Ferragu, analista di Sanford C. Bernstein, secondo cui questi numeri mostrano un’evoluzione positiva del modello di business del colosso americano. Quando all’outlook debole per il secondo trimestre, Ferragu rassicura: è legato a condizioni macro-economiche “il che vuol dire che saranno presto superate”.

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