IL CASO

Broadcom nei guai negli Usa, l’Ftc accusa: “Monopolio sui chip”

Sotto la lente dell’Antitrust le clausole di “esclusività” sui microprocessori per i modem a banda larga. In Europa chiuso un caso simile nel 2020

Pubblicato il 05 Lug 2021

Chip

L’Antitrust degli Stati Uniti ha formalmente denunciato Broadcom per violazione delle norme sulla concorrenza nella fornitura di chip per i modem della banda larga. La Federal trade commission accusa Broadcom di “monopolizzare in maniera illecita i mercati dei componenti per i semiconduttori usati nei prodotti per i servizi Tv e Internet su banda larga attraverso contratti esclusivi e condotta correlata”. La denuncia ricalca le accuse mosse a Broadcom dall’Antitrust europeo nel 2019. In Ue il chipmaker americano ha proposto l’anno scorso dei “rimedi” che gli uffici della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager hanno ritenuto sufficienti.

Anche la Ftc chiede a Broadcom di “rimediare” alla condotta ritenuta illecita: la Commission ha emesso un consent order, ovvero una proposta per il patteggiamento che impone a Broadcom di cessare dalla condotta ritenuta illegale per chiudere la denuncia. L’azienda dovrebbe in pratica “non esigere più dai suoi clienti di comprare componenti da Broadcom su base esclusiva o quasi esclusiva”.

Le accuse di monopolio nei chip per modem

Secondo le accuse della Ftc, “Broadcom è un monopolista nella vendita di tre tipi di componenti per semiconduttori, o chip, usati nei dispositivi che erogano servizi Tv e Internet su banda larga”. Si tratta dei chip per i modem della televisione broadcast tradizionale, ma anche per Internet via Dsl o fibra, spiega la Ftc.

Broadcom, continua l’accusa “è anche uno dei pochi grandi fornitori di cinque tipologie di chip” legate al mercato dei modem per Tv e banda larga. In questo mercato,  sottolinea la Ftc, ci sono anche i chip per i modem per la Tv e la banda larga via cavo.

I clienti di Broadcom sono i produttori di questi apparati, spiega ancora la Ftc, i quali a loro volta riforniscono i fornitori del servizio Tv e Internet al cliente finale – aziende come At&t, Verizon, Charter, Comcast, Dish. L’Antitrust americano sostiene che Broadcom abbia illegalmente preservato il suo potere sui mercati che ha monopolizzato siglando accordi di lungo periodo sia con i produttori di apparati (Oem) sia con i service provider (come le telco) che hanno di fatto impedito loro di comprare i chip dai concorrenti di Broadcom con clausole di esclusività o quasi esclusività.

La Ftc sostiene ancora che Broadcom ha firmato contratti contenenti queste clausole con almeno dieci Oem, tra cui alcuni dei big, dotati di forti competenze ingegneristiche e legami con i service provider. Broadcom, continua l’accusa, ha firmato contratti “in esclusiva o quasi” anche con le maggiori telco americane. Agendo in questo modo su due livelli della supply chain, “Broadcom ha creato barriere insormontabili alle azidende che volevano competere con Broadcom”, afferma la Ftc.

Il caso Ue chiuso, Broadcom ha modificato i contratti

Nel 2019 la Commissione europea ha aperto un’indagine antitrust su Broadcom per verificare se l’azienda americana dei chip restrisse la concorrenza tramite le clausole di esclusività, in violazione delle regole dell’Ue. Come accade ora con la Ftc, anche gli di Margrethe Vestager hanno analizzato i mercati dei chipset per Tv e modem.

L’azienda americana, aveva puntualizzato la Commissione Ue, è leader globale su una serie di mercati, tra cui i systems-on-a-chip, ovvero chipset che uniscono circuiti elettronici e rappresentano il cuore di prodotti come decoder e modem in quanto essenziali al trasporto dei segnali televisivi e della connettività; i front-end chip, componenti hardware che traducono i segnali analogici in digitale; i chipset wifi, che permettono ai decoder di usare le reti Wlan. Anche l’Ue ha indagato sulle clausole di esclusitività nei contratti.

Mentre ha svolto l’indagine, l’esecutivo Ue ha imposto misure ad interim contro Broadcom per evitare “gravi e irreparabili danni” al mercato.

Nel 2020 gli uffici della Vestager hanno chiuso il dossier accettando i “rimedi” presentati dall’azienda americana, che si è impegnata a sospendere tutti gli accordi esistenti contenenti termini di esclusività o quasi esclusività e/o clausole di leveraging che creano di fatto un monopolio nei Systems-on-a-Chip (SoC) per decoder Tv e modem Internet e ha assicurato che non stipularerà nuovi accordi che prevedano tali condizioni.

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