Broadcom-Qualcomm, ancora un round. Broadcom non molla sull’azienda di chip e rivede al rialzo la sua offerta di acquisto a 121 miliardi di dollari. Incluso il debito la transazione vale 146 miliardi. Una cifra elevata per quello che potrebbe essere il maggiore accordo della storia dell’industria tecnologica. Dall’intesa nascerebbe il terzo colosso mondiale dei chip alle spalle di Intel e Samsung Electronics.
Con la nuova offerta Broadcom ha messo sul piatto 82 dollari per azione, ovvero 12 dollari in più rispetto ai 70 dollari offerti in novembre, di cui 60 in contanti. Allora la proposta di Broadcom era stata seccamente respinta perché non adeguata. La nuova offerta però potrebbe stuzzicare gli azionisti e quindi mettere sotto pressione il consiglio di amministrazione di Qualcomm.
Il cda è già al lavoro sull’offerta e si impegna a valutarla e a decidere di conseguenza. ”E’ l’offerta finale e la migliore” afferma Broadcom, sottolineando che rappresenta un premio del 50% rispetto al prezzo di chiusura di Qualcomm del 2 novembre, il giorno prima che la prima offerta emergesse.
Secondo Broadcom, un accordo fra le due società potrebbe essere finalizzato in 12 mesi dopo la firma. Il colosso è fiducioso che non ci saranno ostacoli da parte delle autorita’: una fiducia mostrata – secondo indiscrezioni – dai 10 miliardi di dollari di ‘clausola di rottura’ dell’intesa in caso di bocciatura dell’antitrust.
Qualcomm non sarebbe pienamente soddisfatta dell’offerta e questo rischia di aprire una dura battaglia fra i due colossi. Il consiglio di amministrazione di Qualcomm ha già dovuto convincere gli azionisti in novembre che per la societa’ era meglio proseguire da sola: ha previsto un utile per azione di 6,75-7,50 dollari nell’anno fiscale 2019 dai 4,28 dollari del 2017 e promesso un taglio costi da un miliardo di dollari. Qualcomm ha assicurato che sarebbe cresciuta anche se la proposta acquisizione da 39 miliardi di dollari di NXP non fosse andata a termine. Con 82 dollari per azione sul piatto la situazione per Qualcomm e’ ora piu’ difficile e complicata dalla battaglia legale con Apple sulle royalty.