La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare, ai sensi del regolamento Ue sulle fusioni, la proposta di acquisizione di Vmware da parte di Broadcom per 61 miliardi di dollari. L’antitrust Ue teme in particolare che l’operazione consenta a Broadcom di restringere la concorrenza nel mercato di determinati componenti hardware che interagiscono con il software di Vmware. L’operazione proposta è stata notificata alla Commissione il 15 novembre 2022. La Commissione dispone ora di 90 giorni lavorativi, fino all’11 maggio 2023, per prendere una decisione. L’avvio dell’indagine approfondita non pregiudica l’esito finale dell’istruttoria.
I timori della Commissione
Broadcom è una società di hardware che offre, tra gli altri prodotti, schede di interfaccia di rete (Nic), adattatori bus host Fibre Channel (Fc Hba) e adattatori di archiviazione, e che ha recentemente iniziato a espandersi nei mercati del software. Vmware è specialista dei software di virtualizzazione in grado di interagire con un’ampia gamma di hardware, inclusi Nic, Hba Fc e adattatori di archiviazione. I portafogli delle società sono quindi in gran parte complementari. L’indagine preliminare della Commissione indica che l’operazione potrebbe consentire a Broadcom di restringere la concorrenza nel mercato della fornitura di questi prodotti.
“Broadcom, uno dei principali fornitori di componenti hardware, sta acquisendo Vmware, uno dei principali fornitori di software per la virtualizzazione dei server. La nostra indagine iniziale ha dimostrato che è essenziale che i componenti hardware nei server interagiscano con il software di Vmware. Temiamo che, dopo la fusione, Broadcom possa impedire ai suoi rivali hardware di interagire con il software di virtualizzazione dei server di VMware. Ciò comporterebbe prezzi più elevati, qualità inferiore e minore innovazione per clienti e consumatori”, commenta Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutivo responsabile della politica di concorrenza.
Continua l’indagine sul deal Microsoft-Activision
Nel frattempo l’antitrust europeo sta approfondendo i termini di un altro deal che preoccupa, oltre la Commissione, anche i regolatori di Gran Bretagna e Stati Uniti. Si tratta dell’accordo da 69 miliardi con cui Microsoft entrerebbe in possesso dello sviluppatore di videogames Activision Blizzard, e rispetto al quale è stata aperta un’indagine approfondita da parte dell’authority di Bruxelles. L’antitrust nello specifico ha inviato alle software house, ai produttori di hardware e ai distributori del settore un questionario di 91 pagine per sondare la loro opinione sul deal. A rivelarlo è Reuters, che ha letto il documento.
Ai player del comparto si chiede per esempio di specificare quale strategia o strategie di esclusività parziale Microsoft sarebbe in grado di implementare rispetto ai giochi per console di Activision Blizzard dopo l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. Il watchdog ha anche domandato se tali strategie implicherebbero il degrado della qualità o dell’interoperabilità dei giochi di Activision disponibili su console concorrenti o la fornitura di aggiornamenti ai giochi di Activision solo su Xbox. Alle aziende è stato pure chiesto se Microsoft avrebbe reso alcuni dei contenuti e delle funzionalità di gioco di Activision disponibili esclusivamente su Xbox ma non su console concorrenti. Il documento includeva anche una domanda su Call of Duty, blockbuster di Activision, chiedendo quale franchise di videogiochi è considerato il più importante da offrire per un distributore di giochi per console e quali altre principali alternative ci sono a Call of Duty.
Le autorità di regolamentazione hanno chiesto poi quali vantaggi e svantaggi dovrebbero affrontare gli sviluppatori di giochi, gli editori e i distributori di giochi per console se un titolo fosse distribuito esclusivamente su una piattaforma. Sotto i riflettori anche il possibile impatto sulla concorrenza tra i servizi di streaming di giochi cloud se il portafoglio combinato di Activision dovesse diventare disponibile come parte di tale servizio. Ai fornitori rivali di sistemi operativi per Pc è stato infine chiesto se Microsoft avesse la capacità tecnica di impedire la compatibilità dei giochi di Activision con sistemi operativi diversi da Windows.