LA VERTENZA

Bt, congelati i licenziamenti

Incontro a Roma tra vertici italiani e sindacati. Dopo le otto persone (su 120 esuberi complessivi) mandate a casa lunedì, per le quali Fistel Cisl, Uilcom e Slc Cgil chiedono comunque un ripensamento, si riannoda il filo del dialogo e le parti si aggiornano a gennaio. Fino ad allora l’azienda non prenderà altre iniziative unilaterali.

Pubblicato il 18 Dic 2013

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Lieve schiarita nella trattativa tra sindacati e Bt Italia, per evitare il licenziamento dei 122 esuberi che l’azienda aveva annunciato nelle scorse settimane. A complicare la situazione le otto lettere di licenziamento che nel frattempo, venerdì scorso, erano già partite, dopo l’abbandono del tavolo delle trattative al ministero del Lavoro della Slc Cgil. Il primo risultato del nuovo incontro, che era stato richiesto lunedì da Uilcom e Fistel Cisl, che si è tenuto oggi presso l’Unione industriali di Roma, è stato il congelamento della situazione, con l’azienda che si è impegnata a non allontanare altri lavoratori fino alla fine della trattativa.

Le parti si sono ora aggiornate all’inizio di gennaio, con Bt che nel frattempo sarà impegnata a riconsiderare anche la posizione degli otto lavoratori già licenziati, per vedere se sarà possibile trovare una soluzione alternativa.

“La tempestività con cui ci siamo mossi insieme alla Uil – afferma Giorgio Serao, segretario generale Fistel Cisl – ci ha consentito di mantenere aperto il rapporto con Bt e di evitare nel frattempo ulteriori licenziamenti. E’ già positivo che l’azienda abbia accolto la nostra richiesta di incontro e si sia impegnata a riconsiderare la situazione insieme ai vertici britannici. L’obiettivo è di riaprire il tavolo al ministero, ripartendo dal punto in cui erano state interrotte le trattative”.

Esprime moderata soddisfazione per questo primo risultato anche Salvo Ugliarolo, segretario nazionale Uilcom: “La riapertura del dialogo è un risultato positivo – afferma – e come il fatto che siano stati congelati ulteriori licenziamenti. Ovviamente tutto è vincolato al fatto che aspettiamo una risposta dall’azienda sulla possibilità di trovare una soluzione per gli otto lavoratori licenziati finora, un condizione necessaria perché la trattativa possa ripartire. Nel frattempo – conclude Ugliarolo – il ministero è costantemente informato dell’evolversi della situazione, e confidiamo nel fatto di poter tornare attorno allo stesso tavolo con il Mise e Bt per chiudere la vicenda sulle basi su cui era avviato”.

La discussione si era interrotta quando sembrava raggiunto un accordo di massima sul ricorso a esodi incentivati (con la corresponsione di una quota variabile tra le 15 e le 33 mensilità), che erano già stati accettati in via preliminare da 55 lavoratori, mentre per chiudere la vertenza sarebbe stato necessario arrivare almeno a 80. Per i poco più di 40 rimanenti, a quel punto, l’azienda sarebbe stata disponibile a considerare soluzioni diverse dal licenziamento.

“Oggi l’azienda mi è sembrata molto più disponibile al confronto di quanto non fosse soltanto qualche settimana fa – afferma Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil – anche grazie alla grande mobilitazione dei lavoratori. Non ci siamo più trovati di fronte a un muro, come era soltanto pochi giorni fa. La trattativa può ripartire, e noi abbiamo posto un punto discriminante rispetto agli 8 licenziati e agli esodi incentivati: dal momento che ci sono già 55 preadesioni, non vogliamo che l’azienda fissi una soglia al di sotto della quale poter comunque procedere unilateralmente con altri licenziamenti. Proponiamo una moratoria, un periodo di tempo in cui verificare quanti siano effettivamente i lavoratori disposti a lasciare, e poi ragionare insieme ripartendo da quel dato. Sono fiducioso che sarà possibile trovare una soluzione, ma accettando di ricorrere agli ammortizzatori sociali, tanto più che la distanza tra i 55 finora disponibili e gli 80 prospettati dall’azienda non mi sembra così grande da essere incolmabile”.

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