BT sta gonfiando artificialmente i costi delle forniture di servizi in banda larga super-veloce per i residenti nelle aree rurali: lo riferisce il quotidiano britannico The Telegraph citando un documento del governo di Londra che inizialmente sarebbe dovuto restare riservato.
Nel testo, redatto durante l’estate da un consulente del dipartimento Cultura, Media e Sport, si sostiene che l’operatore telefonico (già British Telecommunications o British Telecom) sta alzando i prezzi fino all’80% per garantire una banda larga più veloce nelle zone agricole. In particolare il consulente sostiene che BT spende 11.689 sterline per installare una “green broadband box” ma ne sta facendo pagare 17.000 nelle aree rurali “generiche”, 21.858 in quelle “molto” rurali e addirittura 30.000 in quelle ancora più remote.
Gli esperti sostengono che, se queste affermazioni fossero confermate, l’esecutivo potrebbe ridurre le sovvenzioni a BT dalla quota attuale di 1 miliardo di sterline a 400/500 milioni.
Margaret Hodge, parlamentare e presidente del Comitato dei Conti Pubblici, si è detta “scioccata” dal documento e ha assicurato che il suo gruppo indagherà a fondo, oltre a inviare una copia del testo al National Audit Office (Nao), organismo che indaga sulle spese pubbliche per conto del parlamento britannico.
Da parte sua BT, il più grande operatore telefonico della nazione, ha respinto le accuse come “ridicole” e negato di trasferire tutti i costi del dispiegamento dei loro apparati ai partner del settore pubblico.