A segnalare il caso all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato è stata MyTaxi, uno dei “newcomer” nel settore Radiotaxi. Una denuncia che ha portato l’authority ad aprire due procedimenti istruttori per la possibile violazione degli articoli 101 Tfue o 2 della legge 287/90, che impongono il divieto di intese restrittive della concorrenza.
Secondo la denuncia dell’operatore sei società di gestione del servizio, tre a Roma (Radiotaxi 3570, Cooperativa Pronto Taxi 6645 e Samarcanda) e tre a Milano (Taxiblu, Yellow Tax Multiservice e Autoradiotassi), avrebbero inserito clausole di esclusiva negli atti che regolano i rapporti con i taxisti soci o aderenti.
“Tali clausole – si legge in una nota dell’Antitrust – ove applicate a una percentuale maggioritaria dei tassisti in un dato ambito territoriale, come accade a Roma e Milano, appaiono idonee a ostacolare, se non ad impedire, l’utilizzo simultaneo da parte dei singoli tassisti di vari intermediari per la fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi, e in particolare a ostacolare o rallentare l’ingresso nel mercato di nuovi operatori che offrono servizi innovativi di questo tipo, come l’applicazione per smartphone e tablet gestita da Mytaxi Italia, che mette direttamente in contatto l’utenza e i tassisti e offre anche un servizio di rating dell’offerta”.
A seguito dell’apertura delle due istruttorie i funzionari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, “hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi delle società interessate, parti del procedimento – conclude l’authority – ritenute in possesso di elementi utili ai fini dell’accertamento, oltre che nella sede di Unione dei Radiotaxi d’Italia – URI, associazione nazionale dei gestori di radiotaxi.