STRATEGIE

Business doppio per Poste: fatturazione fa rima con pagamenti

Emiliano Doveri, responsabile imprese e PA di BancoPosta: “E’ dai pagamenti che ci aspettiamo più marginalità. E le e-fatture rappresentano uno strumento di spinta e sviluppo delle transazioni finanziarie corrispondenti. Con le amministrazioni abbiamo già fatto training”

Pubblicato il 03 Feb 2015

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Poste Italiane rischia di perdere molti ricavi per la digitalizzazione di cose che prima erano un suo quasi monopolio, per i pagamenti e la fatturazione delle Pubbliche amministrazioni. È per questo motivo che è particolarmente motivata a presidiare il mercato. Non solo per ridurre il danno ma anche per cogliere opportunità di nuovi ricavi, come spiega Emiliano Doveri, responsabile imprese e pubblica amministrazione BancoPosta.
Doveri, molto si sta muovendo in questi giorni e ancora di più ci si aspetta nei prossimi mesi, sul fronte dei pagamenti della pubblica amministrazione. Che cosa interessa di più a un operatore come Poste?
Per la nostra storia siamo fortemente motivati a delineare un posizionamento sulla pubblica amministrazione. Per questo motivo abbiamo deciso di impegnarci su un campo dove sappiamo che esistono anche molti rischi: il nodo di pagamento della pubblica amministrazione. Com’è noto, l’Agenzia per l’Italia digitale sta spingendo le amministrazioni su questo nodo. La prima risposta alla domanda quindi è che dobbiamo consolidare la nostra leadership sugli incassi; partecipare e affrontare da protagonisti le innovazioni che vengono dall’Agenzia.
Ma perché, quali sono i rischi per voi?
È vero che non siamo gli unici operatori sul mercato degli incassi e pagamenti della pubblica amministrazione, ma di fatto gli enti locali incassano principalmente attraverso i nostri bollettini. Con l’attestazione sul nodo, le amministrazioni espongono anche sulle banche e sugli altri fornitori dei servizi di sistemi di pagamento, in elettronico, i titoli da incassare. Significa praticamente un’apertura dei canali di pagamento, in digitale: è la nascita di una concorrenza assoluta. Se posso fare una battuta: affrontiamo questo passo epocale non in difensiva ma provando a essere i più bravi.
E in che modo?
Attestandoci noi per primi sul nodo. Siamo stati i primi payment service provider (Psp) a essere sul nodo. La prima amministrazione è stata invece il ministero della Giustizia, per i pagamenti del contributo unificato nel processo civile telematico per il deposito degli atti.
Eppure la risposta è incompleta, perché non basta certo esser i primi in una sperimentazione.
Assolutamente no, infatti lo scopo è essere più competitivi degli altri: migliorando l’esperienza d’uso, facendo un’offerta più interessante. Replicheremo sul digitale la stessa facilità e sicurezza del pagamento cartaceo, dando al cittadino una ricevuta a garanzia del pagamento. Ma lavoreremo anche in multicanalità: portando sulle nostre app e su tutti i canali online anche i pagamenti della pubblica amministrazione del nodo Agid e sfruttando l’evoluzione dell’identità digitale. In questo momento le transazioni sono ancora poche, anche se in crescita, e a breve sarà palese il posizionamento di tutti i soggetti di questo mercato.
Finora però abbiamo parlato solo di voi che proverete a perdere il meno possibile da questa rivoluzione, data la nuova concorrenza. Ma non ne vengono anche vantaggi, per voi?
È una bella domanda, ma per un leader di mercato, come siamo noi, quando c’è un’apertura c’è sempre il rischio di perdere qualcosa. Quindi dobbiamo presidiare al meglio ed essere eccellenti. I vantaggi arrivano dal fronte del creditore. Lavoreremo molto per incrementare i rapporti con le amministrazioni evolvendo l’offerta. Stiamo costruendo una piattaforma che renderà facilissima la vita alla PA, che dovrà solo esporre le proprie basi dati delle posizioni debitorie e renderle disponibili a noi. Forniamo in tempo reale l’informazione dell’avvenuto pagamento oltre che al cittadino anche all’ente. Il creditore potrà quindi verificare subito i dati ed eventualmente attivare la procedura di recupero credito. Insomma, pensiamo di recuperare il valore incrementando il rapporto con gli enti.
Quindi offrendo nuovi servizi. Quali?
Ampliando la gamma della nostra offerta anche attraverso il portale del creditore e la gestione dei solleciti per chi non ha pagato. Significa fornire un supporto informativo sempre maggiore all’ente, accorciando i tempi di incasso e di recupero del pagamento. Migliorando la qualità delle informazioni gestite riusciamo anche a ridurre i tempi di lavoro interni. Essendo entrati di recente nel mercato tesorerie, possiamo svolgere anche quest’attività- incasso e pagamento- per conto dell’ente.
E per la fatturazione elettronica quali opportunità possono venire per voi?
Possiamo offrire il servizio di fatturazione end to end, alle PA e alle aziende. Gestiamo circa il 5% delle fatture (considerando il periodo giugno-dicembre 2014). Il giudizio di Poste è che siamo contenti della migrazione digitale, ma – mi consenta la battuta – abbiamo perso un sacco di lettere, che erano la nostra vita. Battute a parte, abbiamo riscontrato un avvio un po’ complicato a livello operativo perché non tutti i soggetti protagonisti erano pronti. Ma questo ci ha consentito di fare training sulle amministrazioni. Consideriamo la fatturazione elettronica obbligatoria un’opportunità interessante perché può essere uno strumento di spinta e sviluppo delle transazioni finanziarie corrispondenti. Che per noi sarà il vero business. Chi fa una fatturazione elettronica con noi è più portato a fare anche il relativo pagamento con noi. Ed è da quest’ultimo che ci aspettiamo più marginalità. La fatturazione elettronica è stata molto importante per dare uno shock al sistema per la migrazione verso l’Italia digitale.

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