La “particolare prudenza” adottata dalle aziende nei confronti del Byod è dovuta nella maggior parte dei casi al timore di compromettere, adottando il “bring your own device”, la sicurezza dell’organizzazione. E’ il dato principale che emerge da una recente ricerca sulla sicurezza in mobilità condotta dall’istituto Redshift Research per conto di HP, e che ha coinvolto un paniere di 1.130 responsabili dei sistemi informativi, di otto Paesi europei.
Delle aziende intervistate che hanno implementato un’iniziativa Byod, il 20% ha subìto almeno una violazione della sicurezza nell’ultimo anno e il 2% dei responsabili delle decisioni IT ha segnalato più di cinque violazioni correlate al Byod nello stesso periodo.
Meno della metà (43%) dei responsabili dei sistemi informativi è certa che i dispositivi personali siano adeguatamente protetti per l’ambiente aziendale, mentre il 36% dichiara di essere preoccupato soprattutto per il trasferimento di malware e virus da tali dispositivi alla rete aziendale.
“Lavorare a distanza è una possibilità vantaggiosa sia per l’azienda sia per i dipendenti, poiché accresce la flessibilità del posto di lavoro e garantisce un servizio continuativo, sia che il dipendente si trovi in ufficio, a casa o in viaggio – commenta Tino Canegrati, vice president & general manager printing and personal systems in HP Italiana – Per soddisfare in tutta sicurezza le esigenze di mobilità degli utenti finali, i Cio devono implementare politiche IT ottimali per la propria organizzazione”.
Oltre a esaminare l’atteggiamento attuale nei confronti del Byod, la ricerca ha anche analizzato l’adozione dei dispositivi di mobilità aziendale, determinando che meno di un quarto dei Responsabili dei Sistemi Informativi (24%) ritiene che la propria azienda sia adeguatamente attrezzata per il lavoro mobile, mentre un altro 8% reputa che la propria azienda non sia affatto equipaggiata. Tali dati fanno particolarmente riflettere, soprattutto perché entro il 2020 si prevede un notevole incremento dei dispositivi mobile, in particolare di tablet e smartphone che, secondo lo studio, registreranno un incremento rispettivamente del 17% e dell’11%.
Se da un lato la ricerca ha rivelato in prevalenza un approccio lungimirante nei confronti della tecnologia aziendale, dall’altro ha anche evidenziato la continua dipendenza da due dispositivi base, ovvero i PC desktop e notebook. Anche se oggi disponiamo di una gamma di dispositivi mobile mai vista prima, i Responsabili dei Sistemi Informativi ritengono che i PC desktop siano destinati a rimanere il componente hardware dominante nelle aziende e si prevede che nel 2020 verranno ancora utilizzati quasi dalla metà dei dipendenti (46%). Analogamente, per i notebook è previsto un utilizzo del 29% nel 2020, pari a quello attuale.
“In Italia le offerte Byod sono più presenti che in altri paesi: più di un’azienda su due (52%) fornisce supporto per i dispositivi mobile personali – conclude Canegrati – Prevediamo che questa tendenza continuerà e ci auguriamo di assistere a un ulteriore incremento nell’utilizzo dei dispositivi aziendali nei prossimi anni”.