«Mi ero stufato di andare su Google, cercare CA e trovarmi
inondato di informazioni sulla California. E così ho deciso di
aggiungere la parola Technologies alla vecchia sigla della nostra
azienda”: ha voglia di scherzare Bill McCracken,
il nuovo ceo di CA (ricopre questa questa funzione dallo scorso
gennaio). In realtà, il cambio di nome, da lui annunciato a Las
Vegas durante il CA World che ha riunito da tutto il mondo oltre
7.000 fra manager, clienti, analisti e giornalisti, ha un
significato più profondo, che non la voglia di apparire in in
evidenza nelle ricerche su Google.
Lo ammette lo stesso McCracken: “Col nuovo brand, vogliamo
evidenziare il fatto che siamo un’azienda tecnologica, leader
nell’offerta di soluzioni in grado di rivoluzionare il modo in
cui l’IT alimenta l’agilità dei business. Technologies sta a
significare che abbiamo messo in atto un’importante strategia che
mira a soddisfare i nostri clienti con prodotti e servizi IT dalla
velocità e flessibilità senza precedenti».
La nuova vision aziendale, lanciata in grande stile a Las Vegas e
che mira a scrollarsi definitivamente di dosso le crisi passate di
CA andando ad esplorare campi nuovi, si chiama cloud computing. Non
che si voglia perdere la consolidata leadership in un mercato dei
mainframe che a dispetto di tanti gufi continua a tirare (+20% di
vendite nel 2009) e che dunque rimane uno dei core delle attenzioni
di McCracken. Tuttavia, il nuovo ceo è convinto che “l’IT è
alla vigilia di una rivoluzione: noi vogliamo guidarla. Vedrete,
fra cinque anni ci sarà molto più cloud di quanto si possa
immaginare oggi”. Cloud addicted, verrebbe voglia di dire
giocando con l’acronimo che un tempo stava a significare Computer
Associates, tanto forte è il messaggio lanciato da McCracken ai
suoi uomini e ai suoi clienti, attuali e potenziali.
Il senso della svolta impresso in pochi mesi dal nuovo ceo e dal
board lo spiega bene Chris O’Malley, executive
vice-president della divisione Cloud products & solutions: “In
passato la funzione IT è stata affidata quasi esclusivamente a
risorse e infrastrutture interne. L’adozione del cloud computing
consente di ricorrere a fornitori esterni specializzati che,
meglio e a costi minori, potranno aiutare le aziende a tenere il
passo con esigenze che mutano in continuazione. Proprio questa
necessità di rispondere a esigenze sempre nuove fa sì che la
tecnologia possa offrire importanti vantaggi competitivi solo se la
filiera informatica viene continuamente ottimizzata”.
È l’annuncio di una rivoluzione organizzativa dentro le aziende.
“Nell’ambito di una supply chain dinamica formata da risorse
interne ed esterne, tutta la retorica sull’allineamento dell’IT
al business diviene irrilevante, perché a questo punto per molte
imprese l’IT è il business. In questo sta il cambio di
paradigma”, osserva Ajei Gopal, executive vice
president.
CA Technologies non gioca da sola. Non ha né l’ambizione né la
possibilità economico-finanziaria di lanciarsi in una sfida a
tutto campo con i “tuttologhi” del calibro di Ibm, Oracle o HP.
Certo, può acquisire gioiellini tecnologici che ne integrino
l’offerta come, di recente, Nimsoft o 3Tera, ma deve muoversi
attraverso alleanze e partnership con big del software o service
provider quali Accenture, Deloitte, Csc, Fujitsu, Cisco.
“Non è detto che sia un handicap, anzi. Così abbiamo più
flessibilità di offerta e possiamo lasciare ai nostri clienti una
scelta più ampia di soluzioni più calibrate sulle loro necessità
reali”, osserva Mauro Solimene, country manager Italia dove CA
Technologies ha soprattutto in Accenture ma anche in Elsag Datamat
gli alleati di ferro. Più che abbandonata, alla catena del canale
viene lasciato il mercato dei “volumi”. I grandi clienti grandi
e possibilmente anche i medi si “coccolano” in proprio, con
personale dedicato..
Nuova mission, nuova struttura manageriale (in pochissimo tempo
tutta la linea di vertice è stata rivoluzionata), nuova struttura
organizzativa ed anche una nuova linea di prodotti che va sotto il
nome di Cloud-Connected Management Suite. L’obiettivo di fornire
alle aziende che intraprendono il viaggio verso il cloud, servizi
ma anche strumenti capaci di misurarne qualità e vantaggi. “Un
nostro punto di forza sarà proprio la capacità di assicurare la
qualità del servizio offerto, a partire dalla sicuerezza”,
assicura McKcracken.
Che il cloud non sia una via in discesa in CA Technologies lo hanno
comunque ben presente. Tant’è vero che in collaborazione la
Carnegie Mellon University di Silicon Valley ha lanciato “Cloud
Commons”, una community e un sito web di tipo collaborativo
dedicati ai professionisti dell’informatica interessati a capire
come sfruttare il cloud computing. Quasi una costruzione dal basso.
Perché, come ama dire McCracken, “il modo migliore di predire il
futuro è realizzarlo.” In Italia si chiama ottimismo della
volontà.