Il piano industriale “Poste 2020″ ”è un programma di crescita in investimenti, tecnologia e persone per un’azienda più trasparente e competitiva al servizio del Paese”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, presentando il piano industriale del gruppo di qui al 2020 insieme alla presidente Luisa Todini.
Fatturato in crescita verso i 30 miliardi di euro e inversione di tendenza per i margini che, dopo la flessione iniziata nel 2010, tornano a salire è la previsione di crescita del piano strategico di Poste Italiane a 5 anni. Previsti anche 3 miliardi di investimenti e una rimodulazione dei prezzi.
“Siamo in una fase di transizione dall’economia tradizionale verso un’economia digitale”, ha affermato Caio, “e Poste è l’accompagnatore di famiglie e imprese in questo passaggio per andare verso una maggiore crescita e sviluppo”. Per le tariffe, ha proseguito l’Ad, “ci sarà una rimodulazione dei prezzi: i cittadini si sono abituati a pagare meno per consegne lente e di più per quelle veloci. Noi siamo operatori di mercato e adegueremo l’offerta alla domanda”.
Il piano “Poste 2020″ prevede anche 8.000 assunzioni, di cui il 50% tra giovani laureati e nuove professionalità, più la riqualificazione di 7.000 persone per rispondere alle mutate esigenze del mercato. In cantiere ci sono anche tre milioni di ore di formazione specialistica e manageriale. Non ci saranno invece licenziamenti, ma solo una prosecuzione del piano di uscite agevolate avviato nel 2010, ha precisato l’amministratore delegato di Poste.
Infine, per la privatizzazione di Poste Italiane, Caio ha indicato che l’azienda lavora “a stretto contatto con il ministero del Tesoro; nei prossimi mesi ci sarà la definizione di una tabella di marcia più precisa”.