“I tre progetti fondanti, cioè fatturazione elettronica, identità digitale e anagrafe nazionale, sono cantieri aperti. Ma in particolare la fatturazione elettronica, anche grazie al lavoro di chi mi ha preceduto, o oggi operativa: a partire dal 6 giugno un decreto impone l’obbligo per tutti coloro che hanno rapporti con le amministrazioni centrali di procedere nella fatturazione secondo uno standard definito e pubblicato sul sito fatturapa.gov.it. E’ un passaggio che trasforma in maniera più profonda, da cartaceo a digitale, il rapporto con lo Stato e i pagamenti con risparmi che si stima possano valere un miliardo l’anno”.
Lo afferma Francesco Caio, commissario del Governo Letta per l’agenda digitale, in un’intervista a Massimo Sideri pubblicata ieri dal Corriere della Sera.
“Laddove il Pdf metteva un fax sullo schermo del Pc ma non abilitava il computer a un’analisi intelligente dei dati – prosegue Caio – ora la digitalizzazione dell’intero processo consentirà alle macchine di fare un controllo in real time dei flussi (…). L’augurio è che lo standard sia di stimolo e si diffonda tra i privati”.
“C’è una reale necessità di mettere in ordine il patrimonio informativo e oggi il focus è soprattutto sulla trasparenza e certezza delle informazioni di cui lo Stato dispone – afferma il commissario – E’ chiaro che se non ci sono i soldi non si può pagare, ma non è questo il caso: il problema per la Pa centrale è avere una visibilità chiara dei processi economici sottostanti (…). Come ha detto il presidente Letta, Agenda digitale uguale migliore controllo di gestione per la macchina dello Stato”.
“Un altro progetto molto importante anche se meno avanzato – continua Caio – è l’anagrafe nazionale della popolazione residente. Uno degli obiettivi è il collegamento diretto tra la nuova banca dati del ministero degli Interni e l’Istat in maniera tale da dare vita a un censimento continuo (…). La password unica per il cittadino è l’altro obiettivo al quale stiamo lavorando: un sistema pubblico di identità digitale che stiamo sviluppando insieme a una serie di enti che vanno dal ministero della Funzione pubblica alle Poste, banche, gestori di telecomunicazioni. Lo abbiamo pensato come un sistema pubblico e privato. Gli enti privati che daranno garanzie potranno rilasciare la password”.
“La strada fatta in questi mesi, quasi senza risorse aggiuntive rispetto a quelle già in campo – conclude Caio – è legata al fatto che ci sia un presidente del Consiglio come Letta che ha detto che l’Agenda digitale è un elemento chiave della modernizzazione dello Stato. Il tema della frammentazione delle amministrazioni rischia di diventare una forte barriera alla crescita e anche all’occupazione, ma grazie alla spinta politica ho visto una sensibilità ben maggiore sul coordinamento. Serve la perseveranza. E l’Agenda digitale deve diventare il braccio operativo forte per il presidio di questi standard di interoperabilità. Di certo non è più accettabile che su Internet il cittadino abbia le spese degli ultimi 5 anni mentre per trovare il pagamento di una multa negli ultimi due mesi debba girare per quattro sportelli”.