ITALIUP ERICSSON

Calcagno: “Non solo reti, è tempo di un salto culturale”

Il numero uno di Fastweb: “Per cambiare il Paese non bastano le infrastrutture. La service adoption fondamentale”

Pubblicato il 30 Giu 2014

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Le aziende hanno il compito di investire e di essere innovative, ma, per cambiare l’Italia, non basta costruire infrastrutture digitali migliori se non vengono sfruttate e bisogna guardare, molto, anche alla qualità. Sono questi i punti chiave che Alberto Calcagno, ad di Fastweb, ha portato a ItaliUp, l’evento che Ericsson ha organizzato a Venezia. “In Italia – ha raccontato – abbiamo un mercato dove tutti gli operatori investono”, spendendo anche più della media europea, eppure “vediamo che i margini stanno scendendo”.

Questo, ha continuato il manager, accade anche perché “nel resto d’Europa c’è stato un grande fermento sulla banda fissa”, mentre in Italia “i clienti sono sempre gli stessi e l’unica leva che li muove è il prezzo, mentre la qualità non viene ritenuta importante” dai clienti e, troppo spesso, anche dalle istituzioni. “Quello che si nota è che l’amministrazione e parte della politica identifica la qualità nel numero di chilometri di fibra ottica, che risultano sempre troppo pochi”, ha detto, invitando però il governo “a ragionare non solo su questo, ma anche sulla service adoption”. “In Italia il 34% delle persone non ha mai usato internet, contro una media Ue del 20%, l’Italia è al penultimo posto per numero di Pc nelle scuole, con il 16% degli individui che ha una formazione Ict durante gli studi e appena il 5% delle imprese che vende online contro una media Ue che è 4 volte tanto”, ha detto Calcagno.

“Il cambiamento da fare è culturale, non è sempre e soltanto un tema di infrastrutture. E’ come se oggi avessimo un autostrada a due corsie: è vero che dovremmo averla a 8, ma nessuno riflette sul fatto che una delle due che abbiamo è vuota. La service adoption è fondamentale”, ha concluso.

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