LEGGE DI BILANCIO

Calcio e siti pirata, blocco in 30 minuti: la “stretta” di Forza Italia, ma chi paga i costi?

I forzisti presentano una proposta che impone all’Agcom la gestione immediata delle segnalazioni e agli Internet service provider lo spegnimento degli indirizzi Ip di fatto in tempo reale. I 5Stelle puntano invece alla creazione di una piattaforma centralizzata con la raccolta dei dati dei cittadini utilizzati dai colossi del web (e non solo) e di un database per la gestione delle procedure di certificazione nell’ambito del Superbonus 110

Pubblicato il 07 Dic 2022

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Blocco, entro 30 minuti, degli indirizzi Ip e dei siti che trasmettono eventi sportivi – di fatto le partite di calcio – tutelati da copyright: è a firma Lotito-Damiani-Silvestro di Forza Italia l’emendamento alla Legge di Bilancio la cui effettiva applicazione, nel caso fosse approvato, risulterebbe ingestibile nella pratica oltre a rappresentare un aggravio ulteriore a carico delle telco.

Aggravi a carico di Agcom e delle telco

Nella precedente legislatura la questione era già venuta fuori e oggetto di una proposta di legge di Massimiliano Capitanio della Lega (oggi Commissario Agcom): proposta che prevedeva un fondo da 1 milione di euro l’anno per consentire la creazione di una piattaforma informatica in seno all’Agcom per gestire le segnalazioni e l’operatività e che è stata ripresentata in IX Commissione da Maccanti e in VII da Mollicone.

La richiesta di rimozione in 30 minuti proposta dai forzisti è ingestibile: una volta pervenuta la segnalazione all’Agcom, questa dovrebbe imporre l’immediata rimozione del contenuto da parte dell’Internet service provider. Come fa l’Agcom a gestire le segnalazioni con queste tempistiche peraltro durante il weekend (quando vengono trasmesse le partite)? E chi paga per gestione e operatività?

Piattaforma sui dati dei cittadini usati dai colossi del web

Operazione “trasparenza” sui colossi del web (e non solo) in casa 5 Stelle. Il Movimento ha presentato un emendamento per istituire un aggregatore unico di tutti i dati dei cittadini. “Si tratta di uno strumento che intende fare una grande operazione trasparenza, consentendo non solo di mettere a fuoco quali e quanti dati vengono usati, ma anche quali e quante piattaforme li utilizzano”, spiega Emiliano Fenu, capogruppo M5s in commissione Finanze della Camera. “Tutti sanno quale miniera di ricchezza siano ormai diventati i nostri dati. Siamo abituati a partire dal presupposto che le grandi piattaforme offrono servizi gratuiti, a fronte dei quali il male minore sarebbe la messa a disposizione di questa miniera. In realtà è ormai sin troppo nitido che i servizi offerti in modo apparentemente gratuito rappresentano il mezzo attraverso il quale avviene la raccolta di questa mole incredibile di dati. La proposta di aggregatore unico informatico sarebbe inoltre un modo per consentire agli stessi utenti di esercitare un diritto alla cancellazione di alcuni di questi dati. L’operazione, inoltre, consentirebbe allo Stato di avere maggiore contezza della quantità di dati trasferiti e quindi del conseguente business che le piattaforme ne ricavano. Il tutto permetterebbe di costruire una vera digital tax da cui ricavare ingenti risorse da redistribuire a beneficio della collettività”.

Il database per le certificazioni del Superbonus 110%

Sempre a firma 5 Stelle l’emendamento per costituire un sistema informatico di certificazione dei crediti fiscali in grado di garantirne la successiva cessione plurima. “Prevediamo in particolare che la certificazione venga perfezionata dall’Agenzia delle entrate, o da altri enti certificatori eventualmente individuati dal Ministero dell’economia, entro 30 giorni dalla data di ricezione dell’istanza da parte del contribuente – Prevediamo inoltre che sempre il Ministero dell’economia costituisca una piattaforma informatica, o eventualmente ne sviluppi una esistente, per la gestione delle procedure di certificazione. Quando un credito fiscale è reale e certificato la sua circolazione deve essere libera per poter supportare le esigenze di liquidità del sistema economico”, si legge in una nota dei componenti M5S della Commissione finanze della Camera.

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