“Le gare di assegnazione per i servizi di call center rispondono rigorosamente ai requisiti previsti dalla legge e non è mai stato applicato il criterio del massimo ribasso”. Lo sottolinea in una nota Enel, rispondendo alle critiche dei sindacati: “Le aziende ammesse alle gare Enel – sottolinea la società – sono, inoltre, sempre sottoposte a controlli per verificare l’applicazione dei contratti di lavoro nazionali”.
Quanto all’applicazione della clausola sociale, “la gara in questione è stata bandita prima dell’entrata in vigore della norma che la prevede, tuttora in via di definizione – precisa l’azienda – Enel ha comunque avviato un dialogo con i fornitori di servizi, le istituzioni competenti e con il Governo per esaminare tutte le possibili soluzioni”.
Nei giorni scorsi Slc, Fistel e Uilcom avevano lanciato l’allarme su migliaia di possibili licenziamenti nel settore: “La decisione di Poste Italiane ed Enel, aziende controllate dallo stato Italiano, di assegnare le attività di call center senza rispettare la clausola sociale contenuta nel ddl Appalti approvato dal Parlamento – denunciavano – La volontà del Governo di non far applicare quanto previsto dalle leggi italiane in tema di delocalizzazioni di attività di call center, la scelta politica di privare il settore degli ammortizzatori sociali ordinari, provocheranno nei prossimi mesi oltre 8.000 licenziamenti nel settore dei call center, di cui almeno la metà vedrà aprire le procedure di licenziamento già nel mese di marzo”.