“Alla luce delle Sue recenti dichiarazioni che, a mio avviso, non solo colpiscono il Sindacato screditando il suo operato ma che ritengo esercitino una sorta di ‘pressione’ sulla condivisione democratica della gestione dell’economia e della vita dei cittadini e delle cittadine di questo Paese, mi ritrovo a voler condividere una riflessione su quella che, ormai di uso comune, viene conosciuta come l’autosufficienza della politica”.
Inizia così la lettera che Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom Uil, ha indirizzato al presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Mi chiedo – continua – come proprio la politica possa considerarsi autosufficiente nel decidere cosa è bene, cosa è male, cosa serve, cosa non serve più. Questa forma di velata autarchia comporta delle grandi responsabilità e, sicuramente, un pizzico di presunzione in quanto ritengo che, in un paese democratico, tutto ciò che viene condiviso sia destinato al successo, tutto ciò che è esclusivo o peggio, escludente, va incontro ad un seppur lento, fallimento, la storia insegna. Per poter rianimare questo Paese – continua Ugliarolo – c’è bisogno dello sforzo di tutti i soggetti, politica, sindacato, imprese, cittadini”.
“Uilcom Uil – prosegue la lettera – dedicata al settore della Comunicazione, vive da vicino le problematiche di un settore, quello dei call center, che ha avuto negli anni passati un grande sviluppo, con quasi 80mila addetti, ma che oggi, purtroppo, risente pesantemente della crisi. Un settore occupato in prevalenza da giovani donne e uomini provenienti, in particolar modo, dalle regioni del centro-sud e che oggi rischia il tracollo a causa del fenomeno delle delocalizzazioni verso Paesi stranieri, soprattutto dell’est Europa nei quali i contratti vengono gestiti dalle politiche dei costi al ribasso, davanti alle quali noi, da soli, siamo impotenti. (…) Chiediamo un incontro con le Istituzioni, un confronto fattivo nel quale affrontare insieme i problemi ricercando soluzioni idonee”.
“Il ruolo del Sindacato – sostiene Ugliarolo – è importante, esso rappresenta un ponte che mette in collegamento il mondo del lavoro subordinato con le loro controparti, con le leggi, spesso feroci, del mercato, con l’ordinamento giuridico e la gestione pubblica. Il bisogno di cambiamento pervade in tutti noi ed anche noi ci stiamo lavorando. Alla luce di queste considerazioni, anche noi possiamo adottare #cambiamoverso ma non come slogan fine a se stesso bensì come intenzione e presupposto per un lavoro comune, perché il destino dei Cittadini e delle Cittadine di questo Paese sta a cuore ad entrambi. Forse, in questo particolare momento storico, un periodo caratterizzato dai contestatori di professione, coloro che alzano i toni solo per farsi sentire e non per farsi ascoltare, abbiamo tutti bisogno di sederci ad un tavolo a discutere di lavoro, di progetti, di opportunità di sviluppo.
Siamo disponibili ad aprire un confronto serio e produttivo – conclude il segretario nazionale Uilcom – perché solo attraverso la coesione ed il dibattito democratico sarà possibile uscire da questa fase economica così schiacciante. Noi ci crediamo”.