IL PROGETTO

Cambiamento climatico, Google mette al “riparo” il patrimonio Unesco

Via alla digitalizzazione dei siti più importanti per consentire anche lo studio degli impatti sui monumenti. Creati modelli 3D avanzati

Pubblicato il 04 Feb 2020

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Salvare il patrimonio dell’umanità, almeno in formato digitale. Se la cecità dell’essere umano produce quel mutamento climatico capace di distruggere i posti più belli del pianeta, vere e proprie eredità per le generazioni future, Google cerca di metterci una pezza cercando di fare quel che sa fare meglio: digitalizzare.

Ecco dunque il progetto di Google che è stato annunciato nei giorni scorsi: cinque siti World Heritage Sites dell’Unesco che sono a rischio distruzione a causa del cambiamento climatico verranno preservati grazie a modelli 3D costruiti da Google. Nei siti virtuali saranno anche inclusi dettagli su come ciascuno di questi è stato minacciato e sconfitto dal riscaldamento globale.

I siti Unesco a rischio sono: le teste Moai di Rapa Nui, il Castello di Edimburgo in Scozia, la città moschea di Bagherat in India, la Grande Moschea e il Forte portoghese a Kilwa Kisiwani in Tanzania, e l‘antica città di Chan Chan a Trujillo in Perù. Realizzato con il supporto dell’International Council on Monuments and Sites (Icomos) e CyArk, un’organizzazione non profit di Oakland dedicata alla creazione di archivi digitali dei principali siti culturali del mondo, il progetto prevede modelli 3D interativi dei luoghi selezionati, realizzati con la tecnica della fotogrammetria, che utilizza diverse telecamere per registrare l’oggetto da angolazioni differenti.

I diversi punti di osservazione sono necessari per inferire dettagli spaziali dell’oggetto durante la sua riproduzione in un modello 3D. Gli utenti potranno così interagire con l’intera collezione di modelli 3D nei loro browser, accedendo alla pagina principale del progetto sul sito Google Arts & Culture. Sono inoltre previsti piani per rilasciare due esperienze di realtà aumentata per la piattaforma di telefonia mobile di Google, chiamata Pocket Gallery. Queste esperienze mostreranno l’interno di due dei cinque luoghi, la Moschea delle Nove Cupole a Bagherat e il Forte Gereza a Kilwa Kisiwani.

Oltre a preservare i modelli 3D dei siti, Google descrive anche come ognuno sia unicamente minacciato dai cambiamenti climatici. Su Rapa Nui, ad esempio, l’innalzamento del livello del mare e le tempeste sempre più frequenti hanno colpito la costa rocciosa dell’isola e hanno iniziato a erodere il suolo, rendendo vulnerabili le famose teste Moai, che potrebbero essere un giorno inghiottite dall’oceano. Bagherat rischia per l’aumento della salinità del suolo, che potrebbe erodere le pareti della moschea, il Perù è invece esposto all’aumento delle piogge, che potrebbero compromettere l’integrità strutturale degli edifici, mentre i monumenti in Scozia e in Africa sono a rischio crollo a causa del deterioramento delle fondamenta.

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