E’ giallo sulle informazioni rese pubbliche dal ministero dell’Economia e delle finanze sugli incassi del canone Rai. Il comunicato rilasciato ieri dal Mef parla di “quasi 1.000 milioni per le prime rate”. Una cifra poco compatibile con le ottimistiche previsioni del governo di un extra gettito di circa 500 milioni rispetto alle cifre incassate negli anni precedenti il sistema “a bolletta”. Ma il dato è ancora troppo “generico” per poter essere analizzato: il Mef non specifica infatti quale sia il periodo di riferimento. Riguarda soltanto la prima tranche di otto (su dieci) rate? Troppo presto per dirlo: si dovranno aspettare i dati definitivi, che l’Agenzia delle Entrate si è impegnata a comunicare nei prossimi giorni.
Fatto sta che ieri il Mef, pubblicando l’aggiornamento del fabbisogno statale, ha ufficializzato il fatto che “gli incassi fiscali hanno evidenziato una crescita di circa 2.400 milioni, che incorpora anche il versamento di quasi 1.000 milioni per le prime rate del canone Rai da parte dei gestori delle utenze elettriche”.
Il dato di per sé sarebbe sensibilmente più basso rispetto alle attese, da momento che – considerando anche le due o tre rate mancanti – sarebbe difficile immaginare a questo punto l’incasso di circa 1,861 inizialmente previsto.
A giustificare la probabile parzialità dei dati c’è anche la spiegazione fornita dal viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, che nei giorni scorsi aveva sottolineato come una fetta della popolazione, ad esempio gli abitanti delle isole, pagano tramite F24 e non con la bolletta elettrica, e che per loro sarà possibile effettuare i versamenti entro il 31 ottobre.
Nei prossimi giorni intanto l’Agenzia delle entrate dovrebbe scendere nel dettaglio e fornire con precisione tutti i dati sul pagamento del canone, dall’incasso totale all’ammontare delle richieste di esenzione (che secondo le indiscrezioni riguarderebbero 1,2 milioni di persone) al totale delle richieste di rimborso e degli anziani esenti di diritto, che si aggirerebbero attorno alle 300mla unità. Solo a quel punto sarà possibile avere un quadro attendibile della situazione.
Soltanto pochi giorni fa, inoltre, il direttore generale dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, non era apparsa affatto preoccupata: “I tendenziali sono ottimi – aveva detto a margine di una convegno dell’Associazione fiscalisti d’impresa – I dati stanno ancora affluendo. Non c’è ancora una cifra precisa, ma sta andando molto bene”.
Di contro un rapporto stilato dalla Slc Cgil metteva in guardia sul fatto che difficilmente arriveranno entrate in più attesi rispetto agli anni precedenti: con un’evasione a zero l’extra-gettito, infatti, secondo i dati del sindacato, sarebbe di 220 milioni, che si ridurrebbero a 100 con un’evasione al 4%. Con quella provvisoria fornita dall’Enel (cioè 2,1 milioni di evasori) l’importo finale supera di poco gli 1,6 miliardi e non ci sarebbe extra-gettito, considerando anche il fatto che i 13,50 euro in meno sull’importo del canone valgono 283 milioni di minori incassi.