Con l’acquisizione di Altran la fisionomia e il portfolio di Capgemini sono cambiati radicalmente. “L’impatto è importante a livello globale, ed è ancora più rilevante in alcuni paesi, tra cui l’Italia, dove siamo passati da 4 mila a 8 mila risorse. Il cambiamento si sente a maggior ragione nelle divisioni che si occupano di telco e manifatturiero, che prima del merger Capgemini copriva solo in parte. Al di là dei numeri, quindi, stiamo proprio vivendo un portfolio shift, che comporta il rinnovo di molti servizi lungo la catena del valore sul piano del consulting, della system integration e dello sviluppo delle reti”. Così ha parlato Gea Smith, Telecoms, Media & Technology Director di Capgemini, tra i relatori di Telco per l’Italia, l’evento di Digital360 andato in scena oggi a Roma.
IoT e 5G diventano centrali per Capgemini
Smith si è soffermata sulla centralità che l’offerta IoT ha maturato dopo la fusione delle due aziende. “È diventato un vero core business, in quanto coniuga aspetti applicativi e ingegneristici, coinvolgendo sensori e device come parte integrante della soluzione offerta al cliente. Anche le reti di quinta generazione assumeranno un nuovo ruolo”, ha detto la manager. “Faremo leva sui 5G Hubs, strutture che Portogallo e in Francia costituiscono dei veri e propri laboratori per la sperimentazione di use case in ambito business”. L’obiettivo degli hub, destinati a crescere, sarà quello di testare direttamente sulla rete applicazioni in cui il 5G è l’elemento differenziante (mentre attualmente molti casi d’uso sono a tutti gli effetti degli ibridi in termini di setup dei network), grazie anche all’adozione di componenti edge e di soluzioni avanzate di slicing.
Il tema della personalizzazione
Smith ha anche affrontato il tema della riduzione dei costi e dell’incremento della top line attraverso la personalizzazione dei servizi, che per molte telco italiane, in un momento come questo, rappresenta una sfida più complicata che altrove a causa del contesto fortemente competitivo. “La personalizzazione, per esempio, non genera saving diretti, però fornisce un ritorno sull’investimento rilevante, migliorando la gestione dell’intero ciclo di vita degli asset. Fondamentale è imparare a valorizzare il patrimonio di dati, a cui si può attingere con modelli di intelligenza artificiale per abilitare modelli predittivi su diversi verticali, incluse le attività di digital marketing, con la creazione di campagne mirate e personalizzate. Un approccio al mercato che, dal mio punto di vista, non può non diventare un benchmark: quando un operatore servizi sfruttando questa logica, i competitor non possono fare a meno di percorrere la stessa strada”.