Il trend di crescita di e-payments (pagamenti online) e m-payments (pagamenti via cellulare) prosegue in maniera costante, ma i dati raccolti sui pagamenti mobili potrebbe essere basata su dati non veritieri con volumi di transazioni sovrastimati fino al 50%. Secondo stime contenute nel “World Payment report 2013” di Capgemini, da qui al 2014 “gli e-payments e m-payments cresceranno rispettivamente del 18,1% e del 58,1% all’anno – si legge nel report – nello specifico, le previsioni parlano di un volume complessivo pari a 34,8 miliardi di operazioni per gli e-payments (acquisti online tramite e-commerce ndr) e 28,9 miliardi di transazioni per gli m-payments”. Detto questo, il report di Capgemini solleva alcuni dubbi sull’attendibilità di queste stime e parla di un “buco nero” statistico, che dipende dalle modalità di raccolta dei dati da parte di istituti bancari e fornitori alternativi di servizi di pagamento virtuale, in particolare in regioni come l’Africa. In altre parole, secondo Capgemini, “il mercato dei pagamenti mobile potrebbe essere sovrastimato fino al 50%”.
Valutando gli strumenti non-cash come e-payments e m-payments, carte prepagate e valute virtuali (offerte da parte di istituti bancari e non) e i crescenti volumi di operazioni condotte in regioni come l’Africa, il World Payments Report ha scoperto un significativo ‘buco nero’ statistico, frutto di un reporting incoerente dei pagamenti. Questa incoerenza emerge man mano che nuove regioni diventano sempre più attive e istituti non bancari acquisiscono crescenti quote di mercato attraverso strumenti come gli e-payments e gli m-payments. Le analisi del report suggeriscono che le dimensioni del mercato dei pagamenti mobile potrebbero essere state ottimisticamente sovrastimate fino al 50%, sollevando la questione della necessità di raccogliere i dati in maniera affidabile e centralizzata. Il Report invita dunque ad una maggiore affidabilità statistica nel settore ed esorta gli enti di regolamentazione ad agevolare tale processo. Una migliore raccolta dei dati statistici aiuterebbe infatti i Payment Services Providers (Psp) a intraprendere decisioni di investimento maggiormente informate, oltre ad aiutare a combattere i futuri rischi di mercato.
“Rischi di mercato e complessità normative restano le sfide prioritarie per banche e Psp, soprattutto alla luce del proliferare di nuove normative e della sempre più accentuata sovrapposizione tra le singole iniziative – ha detto Andrea Falleni, Vice President Financial Services Leader, Capgemini Italia – I Psp possono raggruppare in cluster il modo di implementare le iniziative di regolamentazione tenendo conto degli effetti concorrenziali”. Sul piano normativo, il Nordamerica focalizza in maniera particolare l’attenzione su trasparenza e praticità per il cliente finale. La regione Asia-Pacifico punta invece più sulla standardizzazione e sul coinvolgimento di nuovi soggetti nel sistema finanziario. In Europa, infine, lo scenario è dominato dalla direttiva Sepa con gli enti di regolamentazione impegnati ad aumentare concorrenza e trasparenza.
Payment acquisition: più frammentazione, più innovazione
Il segmento ‘payment acquisition’ è emerso come quello con le maggiori potenzialità per l’innovazione incentrata sul cliente. La ‘payment acquisition’ fa riferimento al segmento che consente le vendite e il commercio unendo venditori e acquirenti in contesti Customer-to-Business (C2B) e Business-to-Business (B2B), permettendo l’accettazione di qualsiasi strumento di pagamento scelto dal cliente e semplificando il processo di vendita, a prescindere da location, canale o valuta utilizzati Per innovare, i Psp devono puntare su: desiderio di prossimità al cliente, capacità di soddisfare richieste nuove e mutevoli, frammentazione della catena del valore. Innovando nel segmento ‘payment acquisition’ i Psp possono rispondere alle attese dei clienti retail e corporate in termini di maggiore scelta di strumenti, location, canali e valute. L’innovazione nell’acquisizione consumer-to-business (C2B) si sta evolvendo verso pagamenti ‘any form’, ‘anywhere’ e ‘anytime’ riscontrabili nei modelli alternativi proposti da PayPal (la funzione Order Ahead di Jamba Juice) e WorldPay (diversi strumenti di pagamento). Per quanto riguarda l’acquisizione business-to-business (B2B), l’innovazione risiede nelle soluzioni Swift (sicurezza 3SKey) ed ErsteConfirming (soluzione per la supply chain).
“I payments providers vecchi e nuovi riconoscono che non tutti gli operatori devono fornire servizi end-to-end; l’attenzione viene rivolta a quattro ‘hotspot di valore innovativo’: origine, accettazione e cattura, sicurezza e frodi, e servizi a valore aggiunto”, ha precisato Falleni. “Scegliendo uno o più di questi hotspot, i payments providers possono differenziarsi e rispondere alle nuove esigenze in evoluzione sia dei clienti retail che di quelli business”. Il Report conclude come la traiettoria che conduce al cambiamento nella payment acquisition sia troppo ripida perché i Psp possano restare ancora fermi. I PSP devono quindi rivedere e riformulare le loro strategie al fine di restare in gioco e trarre vantaggi dalle novità che l’innovazione porterà con sé.
Carte di credito e di debito la fanno sempre da padroni nel mercato dei pagamenti non-cash, che complessivamente nel 2012 dovrebbe raggiungere i 333 miliardi di transazioni dopo l’incremento dell’8,8% registrato nel 2011.