Il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, ha inviato una segnalazione al governo sulla legge di stabilità chiedendo di ‘sopprimere’ la norma relativa alla “proroga del sistema di trasferimento dei fondi dell’Autorità ad altre Autorità indipendenti’. La norma, inizialmente prevista per gli anni 2010-2012, ‘quale misura eccezionale e transitoria sembra ora figurarsi nella sostanza quale sistema organico di mutualita” ed è “in contrasto” con i principi della Ue.
In particolare la legge di stabilità prevede l’attribuzione di 3,6 milioni di euro l’anno al Garante per la Privacy e di 0,3 milioni di euro l’anno al Garante per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, a valere sulle entrate del bilancio dell’Agcom. Per il presidente Cardani questo appare “in aperto contrasto con i chiari principi derivanti dal diritto dell’Unione europea in materia di contributi imposti agli operatori di reti e di servizi di comunicazione elettronica per la copertura dei costi di regolazione, vigilanza e controllo sostenuti dall’Autorità”.
L’Agcom ricorda peraltro che dopo l’applicazione della stessa disposizione per gli anni 2010-2012, ora prorogata per gli anni 2013-2015, “tutti i maggiori operatori di telecomunicazione hanno promosso ricorsi innanzi al Tar del Lazio”. Anche perché la contribuzione è stata innalzata all’aliquota massima.
Per Agcom la norma che proroga per un ulteriore triennio il trasferimento dei fondi ad altre Autorità “presenta evidenti profili di contrasto con l’articolo 12 della direttiva europea in materia di autorizzazioni generali per la fornitura di reti e servizi di comunicazioni elettronica”. Agli operatori, secondo l’Agcom, non possono essere imposti contributi ulteriori rispetto a quelli già previsti dall’articolo 12 della direttiva europea del 2002 e “tali contributi non possono esser utilizzati dall’Agcom per finanziare attività diverse da quelle indicate dalla direttiva. Pertanto tali somme non possono essere utilizzate per finanziare Autorità nazionali operanti in altri settori senza incorrere nella violazione del precetto comunitario”.
Per tutte queste motivazioni Cardani chiede nella segnalazione al governo la soppressione della proroga inserita nella legge di stabilità, ora all’esame del Senato.