La resilienza delle imprese si costruisce sulle competenze It, con particolare attenzione a quelle delle aree dati e intelligenza artificiale: senza, le perdite potenziali arrivano a 5,5 trilioni di dollari, considerando i ritardi nello sviluppo di prodotto, il deterioramento della competitività e il calo del business e dei ricavi. È quanto scrive Idc nel nuovo studio “Enterprise resilience: It skilling strategies, 2024”.
In un recente sondaggio condotto dalla società di ricerche sui leader It nordamericani, quasi due terzi hanno affermato che la mancanza di competenze ha portato a mancati obiettivi di crescita dei ricavi, problemi di qualità e un calo della soddisfazione del cliente. Non è in vista un miglioramento della situazione e gli impatti sono simili in tutte le regioni del mondo. Idc è giunta alla previsione che, entro il 2026, oltre il 90% delle imprese in tutto il mondo sentirà gli effetti dello skill shortage nell’It, quantificato – appunto – in 5,5 trilioni di dollari.
Per uscire dalla morsa, le aziende possono adottare alcune strategie, puntando innanzitutto sulla formazione come esperienza, anche con l’aiuto dell’Ai generativa. Infatti, più della metà delle organizzazioni intervistate ha avviato dei pilota con la Gen Ai o la usa già per la formazione It.
Le competenze It che non si trovano: Ai, cloud, coding
Le competenze di intelligenza artificiale sono attualmente le più richieste dalla maggior parte delle imprese, ma quelle nelle operazioni It si classificano subito dopo. Le aziende cercano anche una varietà di competenze nel cloud (tra cui l’architettura, la gestione e l’archiviazione dei dati) e nello sviluppo del software: tutte skill che compaiono tra le dieci più necessarie per gli intervistati di Idc. Servono anche le skill non tecniche, come quelle per il digital business, le competenze cosiddette human e le capacità manageriali.
“Avere le persone giuste con le giuste competenze nei ruoli giusti non è mai stato così difficile”, afferma Gina Smith, direttrice della ricerca dell’area It skills for digital business di Idc. “Man mano che la carenza di competenze It si allarga e l’arrivo di nuove tecnologie accelera, le aziende devono trovare modi creativi per assumere, formare, migliorare le competenze e riqualificare i loro dipendenti. Una cultura dell’apprendimento è il modo migliore per arrivarci”.
Nelle aziende serve la cultura dell’apprendimento
Tra le sfide che le organizzazioni affrontano quando cercano di espandere le competenze dei loro dipendenti c’è la resistenza alla formazione. I dipendenti si lamentano che i corsi sono troppo lunghi, le opzioni per l’apprendimento sono troppo limitate e non c’è abbastanza allineamento tra le competenze e gli obiettivi di carriera.
Per superare queste sfide, i responsabili It devono impiegare una varietà di strategie per incoraggiare un ambiente di apprendimento più efficace all’interno della loro organizzazione. Ciò include tutto, dalla formazione in classe agli hackathon, dai laboratori manuali ai giochi.
La formazione come esperienza: la Gen Ai
Il 70% degli intervistati ha indicato che sta già utilizzando metodi di apprendimento esperienziale, che includono gamification e gare. Anche l’Ai generativa ha trovato applicazioni nell’attuale ambiente di formazione, con più della metà delle organizzazioni intervistate che la usano o la stanno testando per la formazione It.
Ma promuovere un ambiente di apprendimento positivo in un’organizzazione richiede più di manuali, corsi e giochi. Il cambiamento culturale inizia al vertice e i leader devono dimostrare perché l’apprendimento è importante per l’organizzazione. Questo può essere fatto allineando gli obiettivi dei dipendenti con gli obiettivi aziendali, promuovendo l’apprendimento continuo durante il percorso del dipendente e creando un programma che riconosca con dei premi il processo e i risultati del reskilling e upskilling.
A fronte delle enormi perdite potenziali di competitività e ricavi, le organizzazioni non devono lesinare su investimenti, risorse umane e tempo dedicati alla formazione It.