“Non deteniamo più una posizione in Apple”. Così l’investitore attivista Carl Icahn ha annunciato ai microfoni di Cnbc di aver ceduto il proprio pacchetto azionario nel colosso di Cupertino. A motivare la scelta, pochi giorni dopo la prima trimestrale che ha registrato risultati in calo dopo 13 anni, i timori per le vendite di Apple sul mercato cinese.
L’ultima fotografia della posizione di Icahn in Apple risale a febbraio, con un documento inviato alla Sec da cui emergeva che nel quarto trimestre fiscale il miliardario aveva venduto 7 milioni di azioni Apple, rimanendo con pacchetto da 45,8 milioni, del valore di poco superiore a 5 miliardi di dollari.
Icahn è stato l’investitore che ha spinto in modo deciso sul Ceo Tim Cook perché la società condividesse con i suoi azionisti i guadagni realizzati nel tempo, anche attraverso una campagna di riacquisto di azioni proprie per premiare i soci.
“Apple è una compagnia di quelle che ti capitano solo due volte in un secolo. Abbiamo fatto molti soldi” – ha detto Icahn, riservando parole di elogio per l’operato del Ceo Tim Cook: “Ha fatto un ottimo lavoro – ha detto – è il Ceo ideale”. “Le preoccupazioni riguardanti la Cina hanno contribuito a prendere la decisione di vendere i titoli Apple”, ha spiegato Icahn, sottolineando che la Cina “potrebbe rappresentare un’ombra” per l’azienda.
A motivare i timori di Icahn ci sono i dati dell’ultima trimestrale di Apple, dai quali emerge che l’area caratterizzata da Cina, Hong Kong e Taiwan ha registrato vendite pari a 12,486 miliardi, in calo del 26% rispetto ai primi tre mesi del 2015, quando c’era stato un +71%. Il dato inoltre è sceso del 32% sul trimestre precedente, nella regione che rimane la seconda più redditizia per Apple dopo gli Usa.