Wind e 3 Italia hanno trovato la chiave della joint venture “perché così possono ottenere le sinergie desiderate conservando una certa flessibilità nell’accordo”. “Ma è una soluzione ponte, transitoria: quella definitiva è ancora imprevedibile”, secondo Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente dell’università Bocconi di Milano.
Perché, dopo tanti mesi di trattative, la situazione sembra alla fine sbloccarsi, per l’accordo tra Wind e H3G?
Non sappiamo in realtà se si è sbloccata. Ma certo sembra esserci un’accelerazione. Si spiega così: Wind doveva cambiare posizionamento strategico, dato che non reggeva più una scommessa basata su minuti e sms. Ma cambiare richiede grossi investimenti, cosa che Wind ora non si può permettere. Di qui l’urgenza di trovare un accordo con H3G. Di contro H3G ne ha bisogno per raggiungere una massa di critica di utenti adeguata. L’idea per uscire dall’impasse sembra invece essere quella della joint venture. Che non è una fusione. La joint venture consentirebbe di trovare una soluzione di governance e finanziaria più flessibile e allo stesso tempo raggiungere buone sinergie.
Le sinergie da dove verrebbero?
Il Wall Street Journal le ha stimate in 500 milioni di euro l’anno, grazie a un calo del 10% sull’opex e del 5% sui capex. Insomma, risparmi su call center, sulla gestione della rete, sulle licenze applicative, sui rapporti con i vendor di tecnologia, il billing. Significa allinearsi finalmente alla struttura dei costi di Tim e Vodafone. Tra i vantaggi dell’accordo non si può mettere invece l’aumento dei prezzi, che credo improbabile. Semmai il consolidamento impedisce un ulteriore calo.
E gli ostacoli, invece, quali sono?
Finora il convitato di pietra a quest’accordo sono stati i debiti di Vimpelcom. Mentre tra i vari problemi di H3G non c’è il debito, date le continue iniezioni di liquidità da parte dell’azionista cinese. H3G non ha debiti con le banche. Wind inoltre ha il problema di una rete dati e piattaforma servizi meno avanzata rispetto agli altri. Wind ha vinto la battaglia dei minuti e degli sms e ha ottenuto ottimi risultati di crescita negli ultimi anni. Questa però è una battaglia che non ha più senso combattere. Wind risulta invece ultima in un mercato dove H3G le è più avanti. Di qui le sinergie. La joint venture è una soluzione perché non obbliga a condividere i debiti ma solo il conto economico. Ricordiamo però che le joint venture sono sempre soluzioni di transito, verso una soluzione definitiva che in questo caso ancora non è chiara. Non sappiamo nemmeno se ci sarà un brand solo, come risultante. Un’altra questione aperta è quale sarà il posizionamento del nuovo attore. Dipende da chi avrà la leadership della joint venture. Staremo a vedere.