Il Decreto Sviluppo 2.0, attualmente in passaggio al Senato, anche integrato dal “Fondo di Fondi” non è sufficiente a fissare le condizioni minime per trattenere quella generazione di imprese che dovrebbe tentare di restituire prospettive reali alla crescita dell’Italia. Né tantomeno a rendere tali imprese capaci di competere. Questa l’opinione dell’Associazione Roma Startup che si appella ai senatori membri della Commissione Bilancio, ed ai membri del Governo, affinché valutino gli emendamenti “con sguardo alto verso il futuro”.
“L’aspettativa sul Decreto Sviluppo era altissima, perché i nuovi imprenditori che puntano su innovazione e crescita meritano e chiedono un nuovo patto generazionale: nuove regole, fiscalità competitiva, premialità sul merito, zero burocrazia”, sottolinea Gianmarco Carnovale, Presidente di Roma Startup, “cioè tutto quello che troverebbero, senza andare troppo lontano, in diverse nazioni dell’Unione Europea. Invece è uscito un testo a “bassa ambizione”, stravolto – rispetto al Rapporto della Task Force – dagli interventi della Ragioneria di Stato, che pensa solo in termini di coperture, anche quando si tratta di sgravi su entrate che non si avranno mai, perché in queste condizioni verranno prodotte altrove”.