IL CASO

Cartello dei chip: dalla Ue maxi multa da 138 milioni

Infineon, Philips, Samsung e Renesas accusate di accordi “segreti” per controllare i prezzi dei dispositivi utilizzati nelle sim ma anche nelle identity card e nelle schede per la pay tv. Almunia: “I produttori si concentrino sull’innovazione”

Pubblicato il 03 Set 2014

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La Commissione europea ha sanzionato con 138 milioni di euro totali un cartello tra produttori di sim, smart card e chip, che coinvolgeva la tedesca Infineon, l’olandese Philips, la coreana Samsung e la giapponese Renesas, che fa capo a Mitsubishi e Hitachi. Secondo l’Antitrust europea le quattro società avevano stipulato una serie di accordi bilaterali tra le varie società tra 2003 e 2005 per controllare diversi aspetti sensibili che andavano dai prezzi alla capacità produttiva dei loro futuri dispositivi,utilizzati nelle carte sim dei telefoni cellulari, bancomat, carte d’identità e schede della pay tv.

La Infineon ha ricevuto una sanzione da 82,7 milioni, mentre a Philips e Samsung sono state attribuite rispettivamente multe per 20,1 e 35,1 milioni. La casa coreana ha ricevuto uno sconto del 30% sulla sanzione per aver collaborato alle indagini. Si è salvata invece la Renesas, che ha evitato ogni multa dal momento che ha denunciato alla Commissione l’esistenza del cartello.

“Nell’era digitale le sim e le smart card sono utilizzate praticamente da tutti – ha commentato il commissario alla concorrenza Joaquín Almunia – ed è quindi cruciale che i produttori concentrino i loro sforzi per battere la concorrenza sfornando prodotti innovativi ai prezzi migliori. Coloro che invece scelgono di colludere tra loro ai danni di clienti e consumatori devono attendersi sanzioni”.

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