Apple ha rotto il silenzio sulle accuse del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, secondo le quali la società avrebbe creato un cartello con 5 case editrici del paese per concordare i prezzi degli e-book, definendole “semplicemente false”. Tre editori hanno raggiunto un accordo con il Dipartimento, mentre altre due andranno in Tribunale con Apple. Lo ha riportato il Wall Street Journal, citando una portavoce di Apple, Natalie Kerris, la quale ha dichiarato che “il lancio dell’iBookstore nel 2010 ha supportato l’innovazione e la concorrenza, ponendo fine al monopolio di Amazon nel settore dell’editoria”.
La causa antitrust sostiene che la strategia di Apple di permettere agli editori di stabilire i loro prezzi, richiedendo che essi non vendano i loro e-book a prezzi inferiori altrove, abbia costretto i clienti a pagare cifre molto più alte di quelle che in realtà avrebbero dovuto pagare.
Kerris ha difeso l’attuale modello sul pricing, sostenendo che questo è uguale a quello del suo mobile software store. “Allo stesso modo in cui abbiamo lasciato stabilire i prezzi nell’App Store agli sviluppatori, così gli editori possono determinare i prezzi nell’iBookstore”, ha dichiarato.
Intanto, lo scrittore Scott Turow, presidente del sindacato Usa degli scrittori, l’Autors Guild, si schiera contro il Dipartimento della Giustizia americano che ha presentato una causa contro la Apple e altri grandi editori per il prezzo di vendita degli ebook su iTunes accusandoli di aver concordato il prezzo di vendita dei loro prodotti in violazione delle norme che regolano la concorrenza. "Non abbiamo modo di sapere se davvero gli editori abbiano colluso nell’adottare l’agency model, il cartello, per i prezzi degli ebook", dice Turow in un’intervista al Corriere della Sera.
"Quello che sappiamo è che tale collusione non era necessaria: se solo ne avesse avuto la possibilità, qualsiasi editore dotato di raziocinio si sarebbe buttato sull’offerta di Apple, tenendola stretta come una zattera in mezzo a una burrasca. Amazon stava usando gli sconti sugli ebook per distruggere il mercato librario, facendo sì che, per le librerie tradizionali, rimanere aperte diventasse antieconomico", aggiunge Turow, per il quale "permettendo ad Amazon di ricominciare a vendere la maggior parte dei suoi libri sottocosto e comunque in perdita, il ministero di Giustizia non fa altro che impedire impedire alle librerie tradizionali il reingresso nel mercato degli ebook".