Correzioni sì, interruzioni no: l’Apsp, Associazione Prestatori Servizi di Pagamento, si appella al nuovo governo Draghi affinché il Piano Italia Cashless vada avanti e non si accolgano le richieste di stop provenienti dal “partito” dei contrari. “Servono correzioni tecniche ma non interruzioni – sottolinea il presidente Maurizio Pimpinella – altrimenti avremmo due effetti negativi: il primo un vuoto normativo per cittadini e imprese che si sono adeguate e quindi incertezza sui diritti acquisiti frutto anche di investimenti fatti. Il secondo riguarda il processo di educazione digitale che milioni di cittadini e imprese hanno intrapreso e che sarebbe controproducente interrompere di colpo”.
L’associazione fa presente che a” sostegno del nuovo Esecutivo, Apsp ha raccolto la collaborazione di 250 esperti che metteranno a fattor comune le proprie competenze in tutti i settori del digitale che utilizzano le procedure dei servizi di incasso e pagamento per le imprese, cittadini, Istituzioni e PA”.
Il gruppo (Italia Digital Hub – Centro Studi Apsp) è nato “per realizzare un’Italia completamente digitale grazie all’azione sinergica degli operatori e delle filiere che vi partecipano dato che il loro ruolo è fondamentale ed è impossibile realizzare Italia Cashless e digitale senza il loro insostituibile apporto”.
Gli esperti, rende noto l’associazione, sono già al lavoro da alcuni giorni per sottoporre all’attenzione dell’secutivo alcune nuove proposte in previsione di un Sistema Paese nel quale tutte le filiere, dalle utilities alle telco al mondo finance, si muovano di concerto. “È molto importante individuare nuove soluzioni che coniughino l’incentivo alla digitalizzazione con la riduzione del contante e il contrasto all’economia sommersa. Le competenze del gruppo sono il valore aggiunto, dato che i professionisti rappresentano un presidio ramificato sul territorio che raccorda ogni giorno le imprese e i cittadini con le Istituzioni”.
Il team partecipa agli indirizzi e ai progetti europei,” nella convinzione che gli operatori debbano contribuire alla risoluzione delle criticità del loro Paese riducendo, e non complicando, l’aspetto operativo e il processo di digitalizzazione. L’obiettivo è la semplificazione a favore di cittadini e imprese”.