Nella guerra commerciale che vede contrapposti Stati Uniti e Cina nei confronti di Huawei, che ha portato nei giorni scorsi all’annuncio della sospensione delle licenze di Google al gigante cinese degli smartphone, dopo giorni di alta tensione si intravede uno spiraglio che potrebbe portare a interrompere l’escalation e prefigurare una soluzione “pacifica”. Ad aprirlo è in prima persona il presidente Usa Donald Trump, che parlando alla Casa Bianca non esclude che la questione possa entrare a far parte delle trattative commerciali in corso tra il governo Usa e quello di Pechino.
Trump “ammorbidisce” i toni
Illustrando un nuovo piano di aiuti da 16 miliardi per gli agricoltori statunitensi colpiti dalla guerra commerciale con la Cina, Trump ha affermato che “E’ possibile che Huawei venga inserita in qualche tipo di accordo commerciale. Se concludessimo un’intesa, potrei immaginare l’inserimento di Huawei in un accordo”. “E’ troppo presto per dirlo – ha concluso – Siamo molto preoccupati da un punto di vista della sicurezza”. Il colosso degli smartphone era stato nei giorni scorsi inserito nella “lista nera” dei soggetti a cui le aziende Usa, che avranno 90 giorni per adeguarsi, non potranno vendere la loro componentistica.
La risposta della Cina
A stretto giro è arrivata la reazione di Pechino, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang: “La Cina vuole risolvere le differenze con dialogo e consultazioni amichevoli”, ha affermato, avanzando però al tempo stesso qualche dubbio sulla virata del presidente Trump: “Francamente, non sono sicuro del significato specifico che il leader Usa abbia voluto dare”. Contemporaneamente però il Governo cinese denuncia come “bugie” le motivazioni che hanno portato alla presa di posizione della Casa Bianca “Per un po’ di tempo, alcuni politici negli Stati Uniti hanno ripetutamente diffuso voci su Huawei, ma non sono mai stati in grado di produrre prove. I politici continuano a montare menzogne di ogni tipo”, ha concluso.
Huawei prospetta danni per i consumatori europei
“In Europa, circa tre quarti degli utilizzatori di smartphone si affida a un dispositivo basato su Android. Huawei detiene circa il 20% di questo mercato. Pertanto questa decisione può avere gravi ripercussioni sui consumatori e sulle imprese che operano in tutta Europa”, afferma nel suo intervento alla conferenza sulla cybersecurity di Postdam Ken Hu, vicepresidente di Huawei. “Questa università – ha proseguito – sorge sulle rovine di un sito storico, in quanto nel passato questo spazio era attraversato dal Muro di Berlino. Ciò mi ha ricordato la necessità di non erigere ulteriori barriere perché, come la storia insegna, comportano solo esperienze dolorose. Non vogliamo costruire un nuovo muro commerciale, né tantomeno tecnologico. Abbiamo bisogno di collaborare alla realizzazione di un ecosistema globale integrato che possa aiutarci a promuovere un’innovazione tecnologica sempre più rapida e una crescita economica solida e sostenibile”
Microsoft non accetta più ordini
Ma le cattive notizie per Huawei non sono finite con la sospensione delle licenze Android: dopo Google, Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom anche Microsoft, secondo le anticipazioni pubblicate dal South China morning post, si starebbe adeguando al “ban” disposto dalla Casa Bianca: il colosso di Redmond avrebbe infatti iniziato a non accettare più nuovi ordini dal gruppo delle tlc di Shenzhen. La decisione riguarda essenzialmente il sistema operativo Windows per laptop e le forniture di servizi. Ne conseguirà, secondo quanto trapela sui media, che i sistemi Windows già installati non saranno toccati dalla misura e continueranno a beneficiare degli aggiornamenti e della protezione sulla sicurezza. Ma nel frattempo, il team dedicato dei servizi Microsoft avrebbe già lasciato il quartier generale di Huawei a Shenzhen, optando per una sospensione obbligata temporanea.
Giappone: Amazon interrompe la vendita di prodotti Huawei
Il “ban” della Casa Bianca inizia intanto a far sentire i suoi effetti anche sul mercato giapponese, dove la filiale locale di Amazon ha deciso di adeguarsi sospendere la vendita dei prodotti della casa cinese sulla propria piattaforma online. Nonostante questo però, almeno per il momento, la divisione giapponese di Amazon permette ancora ai venditori esterni di pubblicare inserzioni, fermo restando il fatto che risultano invece sospese le vendite dirette di smartphone, tablet e Pc Huawei.
Nuvole sulle vendite: spedizioni in calo tra il 4 e il 24% nel 2019
Il ban statunitense, se dovesse rimanere in vigore per senza cambiamenti, potrebbe costare caro nel breve periodo a Huawei: secondo i dati di Strategy analytics e Fubon Research il crollo potrebbe essere compreso tra il 4 e il 24% nel solo 2019.
“Huawei potrebbe essere espulsa dal mercato dell’Europa occidentale il prossimo anno se perderà l’accesso ai servizi di Google” afferma Linda Sui, direttore delle strategie wireless smartphone in Strategy Analytics, con le vendite di smartphone che potrebbero crollare del 23% il prossimo anno, e la compagnia che sopravviverebbe grazie alla propria presenza sul mercato interno cinese. Secondo Fubon research, che prima dell’esplosione del caso aveva previsto per Huawei, spedizioni per 258 milioni di pezzi nel 2019, le nuove previsioni parlano, nel peggiore dei casi, di vendite per 200 milioni di pezzi.